DIOCESI – Domenica 19 Aprile si è conclusa la 72° “Settimana Eucaristica” organizzata dai Padri Sacramentini della nostra Diocesi.
Alle ore 18.00 di ieri si è tenuta la solenne celebrazione presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani a cui è seguita la processione per le vie della città di San Benedetto del Tronto.
Il Vescovo Carlo Bresciani durante la Santa Messa ha affermato: “Narravano di ciò che era accaduto lungo la via e di come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane” (Lc 24, 35).
Così dice il Vangelo di questa III domenica di Pasqua. Si tratta dei due discepoli di Emmaus che avevano lasciato la comunità di Gerusalemme, delusi e amareggiati per la morte di Gesù. Non l’avevano ancora incontrato da risorto ed erano tristi. Gesù si era presentato loro lungo il cammino, presi nel loro dolore non l’avevano riconosciuto, ma Gesù con pazienza li aveva aiutati a comprendere le Scritture e quanto queste avevano preannunciato del Cristo, cioè di lui. I loro occhi erano però chiusi, le parole di Gesù piano piano riscaldavano i loro cuori, non non avevano ancora riconosciuto che quello straniero che li accompagnava era proprio quel Gesù che loro credevano di aver perso completamente e per il quale erano nel dolore.
Solo quando questo ‘straniero’, dopo aver interpretato loro le Scritture benedice e spezza il pane, esattamente come aveva fatto Gesù nell’ultima cena, si aprono i loro occhi e pieni di gioia riconoscono Gesù risorto. Lo riconoscono nello spezzare il pane! Ma prima hanno avuto bisogno di comprendere meglio le Scritture. Le conoscevano già da buoni ebrei, ma non le avevano comprese nel loro vero significato, avevano bisogno che qualcuno le interpretasse correttamente per loro.
C’è stato bisogno che Gesù le spiegasse loro e che il loro cuore venisse riscaldato dalla comprensione delle Scritture, solo poi quel pane spezzato apre i loro occhi alla verità del risorto. Non è un caso che Gesù faccia loro fare quel percorso attraverso le Scritture prima di spezzare il pane. Si tratta di una indicazione di percorso fondamentale per giungere alla fede nel risorto e per comprenderlo a pieno nell’eucaristia. Infatti, percorso analogo indica Gesù anche agli apostoli riuniti nel cenacolo, apparendo loro dopo la resurrezione: “Aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Lc 24, 45).
L’eucaristia, infatti, riassume in sé tutta la verità di Dio e tutto il senso della vita di Gesù: per questo è il centro, la fonte e il culmine della vita cristiana. In essa è presente la realtà di un Dio che dona la sua vita per amore, che dona suo Figlio fino alla morte per amore. In essa è presente la realtà stessa di Dio che è Amore. Se non si comprende l’amore di Dio, non si comprende l’eucaristia e, viceversa, se non si comprende l’eucaristia nel suo vero significato, non si comprende l’amore di Dio per l’uomo.
Che cosa significhi amare, il cristiano lo apprende dall’eucaristia, dalla meditazione di come Gesù dona se stesso per amore, di come lui dona la sua vita fino alla morte in croce per amore dell’essere umano. Nell’eucaristia ci insegna come entrare nel mistero della vita e come viverla fino in fondo, per il bene nostro e per il bene di coloro ai quali vogliamo bene.
“Lo riconobbero nello spezzare il pane”: quando Gesù spezzò quel pane nell’ultima cena disse: “Questo è il mio corpo dato per voi”: dato per voi! Gli apostoli non capirono subito cosa significasse quel “dato per voi”; lo capirono dopo la sua morte,lo capirono quando Gesù ripeté quel gesto spiegandolo alla luce di tutta la sua vita, alla luce di quanto le Scritture avevano preannunciato di lui. Per comprendere l’eucaristia bisogna, quindi, che conosciamo quanto le Scritture dicono di Gesù: è il cammino che hanno dovuto fare gli apostoli, è il cammino che hanno fatto i due discepoli di Emmaus, è il cammino che dobbiamo fare anche noi.
Nell’eucaristia Gesù ci parla della sua vita, di come lui l’ha vissuta, di come lui l’ha donata, di ciò che l’ha motivato in tutto il suo agire, di come ha vissuto il suo amore per noi. Il pane spezzato simboleggia una vita spezzata giorno per giorno per amore e donata giorno per giorno per amore: questa e nient’altro è stata la vita di Gesù. Questa vita è presente realmente nel sacramento eucaristico, ma bisogna che noi lo comprendiamo, affinché possa riscaldarsi il nostro cuore e possano aprirsi i nostri occhi alla piena verità di Gesù.
Nella nostra diocesi è ben presente il culto eucaristico, molte iniziative di preghiera mettono lodevolmente al centro l’adorazione eucaristica. E’ certamente una ricchezza della fede del nostro popolo per la quale non possiamo non ringraziare il Signore Dio. Più si medita il mistero eucaristico alla luce del Vangelo, più ci si lascia guidare da Gesù stesso a comprendere il mistero che nell’eucaristia è racchiuso, più siamo portati come i due discepoli di Emmaus a narrare a tutti come noi riconosciamo Gesù e noi stessi quando doniamo la nostra vita, quando la spezziamo come Gesù per donarla con amore.
Dei due discepoli di Emmaus è detto che “narravano ciò che era accaduto loro lungo la via e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane”.
Dopo aver incontrato Gesù risorto non potevano non narrare quanto avevano vissuto. L’eucaristia vissuta con Gesù non li ha chiusi su se stessi, nella loro gioia ritrovata, ma corrono a narrarla agli stessi apostoli riuniti a Gerusalemme.
Si tratta qui della dinamica missionaria intrinseca all’eucaristia che porta a narrare con la Chiesa la propria esperienza di fede. La fede non narrata resta muta e presto si spegne. L’incontro eucaristico con Gesù non narrato agli altri resta sterile, non ci fa entrare nella sua vita, viene meno quel “come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così colui che mangia di me, vivrà per me” (Gv 6, 57), vivrà come ho vissuto io, il mandato del Padre a narrare agli uomini, con la propria vita, il suo amore paterno per tutti.
Mangiamo di Lui, conformiamo la nostra vita alla sua e narriamo al mondo con la nostra vita di oggi le grandezze dell’amore di Dio”.