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“Riprendiamoci la città”: quando il cittadino si rimbocca le maniche

Di Benedetto Riga

Si deve a una docente di diritto comparato e internazionale all’Università degli Studi Roma Tre, con doppia nazionalità – statunitense e italiana – Rebecca Spitzmiller, residente a Roma da più di trent’anni, l’idea, lanciata nel 2009, di fondare “RetakeRoma”-“Riprendiamoci Roma”, un movimento no-profit di partecipazione cittadina “per il ripristino del decoro, del bene comune, per la riattivazione e la promozione del bello e della solidarietà”. La fondatrice era stanca di vivere nel degrado del suo condominio, nel II Municipio, al quartiere Trieste, e piuttosto che fare denunce, si rimboccò le maniche e si diede da fare. Il movimento è letteralmente esploso nell’estate scorsa, superando il numero di oltre 60 gruppi territoriali, con più di 22mila iscritti e rappresenta una delle più organizzate realtà di volontari del Paese che si occupano di decoro urbano.

Quali sono le attività. È l’aggregazione spontanea di individui, di ogni età, fascia sociale, ideologia politica e credo confessionale, l’elemento inedito di quest’esperienza – che fino ad ora si è replicata anche a Milano e Cremona – che non vuole sostituirsi alla responsabilità delle istituzioni, ma divenirne un supporto, cercando di contribuire a creare un circolo virtuoso. Si organizzano reti di networking, si diffonde informazione, si puliscono strade, piazze e aree pubbliche, si fanno esposti collettivi, si attuano strategie di sensibilizzazione su: barriere architettoniche, dissesto dei marciapiedi, buche sulle strade, manifesti abusivi, deturpamento di monumenti, vandalismo e scritte sui muri. L’obiettivo non è quello di svolgere azioni estemporanee, ma è ben più ambizioso: operare attraverso il principio della sussidiarietà e concorrere alla rigenerazione della città.

Principio di sussidiarietà orizzontale. Tra le ultime iniziative dei volontari di “RetakeRoma” – che per i loro interventi indossano una pettorina blu con la scritta “Volontari per il decoro urbano” – una raccolta fondi per l’acquisto di una idropulitrice destinata a ripulire i muri di uno dei quartieri più deturpati di Roma, l’Eur; la pulizia delle strade intorno alla scuola Clementina Perone di via Cardinale Oreglia, nel quartiere Boccea e del suo cortile interno e un’opera di sensibilizzazione di genitori, bambini, insegnanti e personale scolastico, negozianti limitrofi e cittadinanza; la pulizia e le operazioni di decoro che si sono svolte domenica 19 aprile al parco Giulietto Minna, a San Basilio.

Piccole iniziative, ma di grande importanza per l’educazione alla cittadinanza, che si situano nel solco tracciato dal 5° comma dell’art. 118 della Costituzione, che dice: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Ai privati viene quindi consentito di svolgere attività legate alla funzione amministrativa. Gli enti pubblici, che detengono la titolarità di questa funzione, sono chiamati, in base alla norma costituzionale, a favorire l’iniziativa privata, lasciando ad essa di realizzare – sotto la propria vigilanza – le azioni più opportune per il bene comune. In tempi di crisi dello stato sociale e di inadeguatezze strutturali in cui si trova il Paese – pensiamo al settore della scuola, dove il 70% degli edifici avrebbe bisogno di cure – l’iniziativa dei volontari associati diventa tra le risorse più preziose.

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