Riserve e critiche “sulla diffusione dell’educazione alla dottrina di genere nella scuola italiana”: le esprime una nota diffusa oggi da parte dell’Unione dei giuristi cattolici italiani (Ugci). Nel testo si evidenzia che “iniziative di tal segno, rivolte sia al personale scolastico docente e amministrativo, sia agli alunni, sono state intraprese sulla scorta della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), elaborata dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali in collaborazione con un ‘gruppo nazionale di lavoro’ composto esclusivamente da associazioni Lgbt” (lesbiche, gay, bisex, transex). I giuristi cattolici argomentano che “tali progetti, che si basano su programmi e materiali ingiustificatamente affidati alle sole supervisione e consulenza delle associazioni Lgbt, hanno suscitato tra i genitori e le relative associazioni reazioni di perplessità e protesta, che sembrano denotare il mancato rispetto della normativa che prescrive la condivisione dell’offerta formativa nell’ambito degli organi collegiali scolastici, in cui le famiglie degli alunni sono rappresentate e in conformità al principio della corresponsabilità nel servizio educativo. Secondo l’Ugci “lo statuto scientifico” di tali teorie è “problematico e controverso”. Si chiede che la scuola “non diventi terreno di indottrinamento e di confusione”.