GermaniaMassimo Lavena

Diciotto pagine fitte, frutto di studio e approfondita elaborazione, la più fedele e rispettosa possibile dello spirito originale delle risposte ai questionari sinodali: questo è il documento partito dalla Deutsche Bischofskonferenz – Conferenza episcopale tedesca (Dbk) alla volta del segretariato generale del Sinodo dei vescovi in Vaticano. “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo Risposta della Conferenza episcopale tedesca alle domande riguardanti la ricezione e l’approfondimento della Relatio Synodi nel documento di preparazione alla XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo episcopale del 2015”, è il titolo del documento, on line sul sito www.dbk.de.

Apprezzamento e critiche. Il documento della Dbk è suddiviso secondo le tre parti del questionario: 1) L’ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia; 2) Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia; 3) Il confronto: prospettive pastorali. Le risposte hanno evidenziato una valutazione positiva sul fatto “che il popolo di Dio sia stato consultato anche per la preparazione del Sinodo episcopale ordinario del 2015”. È stata però criticata la formulazione di molte domande considerate eccessivamente teologiche e “contrassegnate da ridondanze e da espressioni lontane dalla vita reale: molti fedeli non riescono a riconoscervi le esperienze che hanno fatto nel matrimonio e nella famiglia”. Per questo motivo spesso non è stato possibile rispondere a tutte le domande e nel complesso la partecipazione dei fedeli è stata – segnala Dbk – minore di quella relativa al questionario per la preparazione del Sinodo straordinario del 2014. Sebbene l’intento fosse di avvicinare i questionari alle “periferie esistenziali”, nelle formulazioni viene in realtà presentata un’immagine ideale della famiglia che non è prossima alle realtà esistenti nella società tedesca, indica ancora il testo. Il quale considera come “molti fedeli desiderano passi più concreti, che superino la grande discrepanza nella vita quotidiana tra la realtà della vita vissuta dalle famiglie nelle nostre parrocchie e associazioni e l’insegnamento della Chiesa”. Discrepanza già segnalata e descritta dalla Chiesa tedesca in vista del Sinodo straordinario del 2014.

Attenzione agli sviluppi della società. Un aspetto importante per l’analisi della Dbk è che sia dalle risposte sia dalle valutazioni ricevute dai responsabili diocesani della pastorale del matrimonio e della famiglia, dei centri di educazione familiare e in diverse diocesi anche dai pareri delle Commissioni di consulenza diocesana (consigli dei sacerdoti, consigli pastorali diocesani, consigli dei religiosi), venga criticato e lamentato il fatto che non sia centrale l’attenzione alla società sempre più multireligiosa e multiculturale: aumenta il numero di persone prive di riferimenti religiosi, e lo sguardo della Chiesa sarebbe troppo concentrato sull’ambiente cattolico. Inoltre “la mancanza di un linguaggio veramente rispettoso per forme di rapporto che non corrispondono né all’ideale della Chiesa né si orientano in ogni caso al matrimonio e alla famiglia” porta ad allontanare una giusta riflessione ecclesiale.

Affetto e sensibilità.
Viene riportata la necessità di assistere la famiglia e ripartire dal Vangelo: “Dovranno essere riscoperti e approfonditi il significato del sacramento del matrimonio e la sua importanza per la vita quotidiana nella pastorale matrimoniale e familiare”, esaltando il significato di “chiesa domestica” che non è molto forte in Germania. E la pastorale dovrebbe riscoprire un “atteggiamento rispettoso anche nei confronti di coloro il cui modo di vivere non corrisponde o non corrisponde ancora agli insegnamenti del Vangelo”. Dove la critica è pressante, la Chiesa tedesca si pone in gioco: da diversi anni aumenta il numero dei matrimoni contratti tra un partner cattolico e uno senza confessione religiosa, che spesso ha una posizione distante dalla fede. Sempre di più sono i matrimoni misti cattolico-evangelici: “Si pone la difficile domanda di come la Chiesa possa supportare il coniuge cattolico nel suo sforzo di vivere la fede e di trasmetterla ai figli senza indebolire la convivenza e il rapporto d’amore”. Dalle risposte prevale la constatazione della difficoltà a tematizzare una pastorale per la vita di persone di orientamento omosessuale, come anche una valutazione serena che guardi alle famiglie mono-parentali e alle coppie unite civilmente, con situazioni di crisi e ai divorziati risposati: “La pastorale deve tenere in considerazione che una comunicazione aperta, senza pregiudizi e non moraleggiante è necessaria anche nei confronti di coloro che si considerano cristiani e cattolici, ma in materia di matrimonio e famiglia non vivono, o non possono vivere, in pieno accordo con l’insegnamento della Chiesa”. Per gli estensori del documento “si tratta di permettere, con affetto e sensibilità”, che ogni persona “percorra il suo cammino individuale (anche nella ricerca di Dio) e che venga seguita con consigli, ma senza atteggiamenti paternalistici”. Come testimoniano all’unanimità le risposte pervenute, “i cattolici delle diocesi tedesche chiedono, in parte con insistenza, alla pastorale della loro Chiesa questo modo di avvicinarsi alle persone, ispirato dal messaggio positivo del Vangelo”.

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