San PietroDi Giuseppe Mariucci

MONTELPARO – A Montelparo, finalmente, anche la Chiesa di San Pietro e Silvestro, sabato 25 aprile alle ore 17,00, riapre i battenti dopo secoli di oscurità!
Anche qui, dal nulla, sono tornati a risplendere preziosi affreschi grazie al lavoro dell’artista-restauratore Andrea Simoni e della sua collaboratrice, l’artista montelparese Ludovica di Santo!

I preziosi e storici locali saranno destinati, dall’Amministrazione Comunale di Montelparo (che ne ha ottenuto il comodato d’uso dalla Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone e Montalto delle Marche), a sede del museo archeologico comunale.
Ma sarà, questo, anche un ottimo luogo per incontri letterari, musicali e artistici in genere!
Tanto è stato possibile grazie ai fondi concessi dalla Comunità Europea e dalla Regione Marche.

Il programma della serata prevede, dopo i saluti del Sindaco di Montelparo Marino Screpanti, l’introduzione di Monsignor Vincenzo Catani, archivista e Direttore dei Musei Sistini della Diocesi di San Benedetto. Fungerà da moderatore il Dottor Claudio Maggini, della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche e competente sui Comuni del Territorio della Provincia di Fermo.

Lo stesso Maggini presenterà il volume “Montelparo Picena: chiostri e monumenti”. Il testo contiene i contributi del Dottor Edoardo Tempestilli di Fermo, della Professoressa Marina Micosi (dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo), dell’Architetto Tiziana Maffei di San Benedetto del Tronto, del Dottor Antonio Lazzari di Grottammare e della Dottoressa Letizia Ferracuti di Montelparo.

Ed ora un po’ di storia (anche se da sabato prossimo ne sapremo senz’altro di meglio e di più)!
La chiesa di San Pietro Martire a Montelparo, con annesso ex-monastero femminile, era proprietà, alla fine del XIII secolo (1286), del monastero femminile di Sant’Angelo Magno di Ascoli Piceno che vi trasferì il titolo della Parrocchia rurale di San Pietro di Roncone.
La facciata è aperta da portale ad arco a tutto acuto del XIV secolo (periodo nel quale probabilmente la costruzione fu restaurata). Dal diverso stile di muratura del prospetto si può affermare che l’edificio fu rialzato forse nel XVIII secolo data anche la presenza, nella facciata, di una finestra rettangolare (in quell’epoca erano aperte finestre simili per dare più luce all’interno).
Durante quei lavori furono probabilmente realizzate le capriate lignee che adesso coprono l’aula unica della chiesa. Esse, forse, sono andate a sostituire una copertura a volta a botte.

Montelparo, all’epoca, era anche chiamato “Magnifica Communitas” per le nobili famiglie che vi risiedevano, per le costruzioni, per i condottieri e per i tre monasteri: Benedettino, Agostiniano e del Terzo Ordine Francescano (quest’ultimo risalente al 1259).
A Montelparo, le religiose di Sant’Angelo Magno (che ad Ascoli Piceno erano potenti e molto influenti) possedevano case e terreni e le due chiese di S. Pietro e S. Silvestro, poi unificate. Erano protette da re e imperatori e le loro badesse godettero anche dei titoli di contesse e baronesse. Il loro potere terminò con una bolla di papa Paolo II del 12 agosto del 1460. Il monastero passò così, nel 1555 ai Padri Olivetani che vi trasferirono, a loro volta, anche il titolo della Chiesa Parrocchiale Rurale di San Silvestro di Poggio Fantolino, come documenta una scritta dipinta sopra all’altare maggiore.

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