Nel dibattito civile e culturale sembra essersi affievolito negli ultimi anni l’interesse per il tema delle radici cristiane dell’Europa. Esso tuttavia è di fondamentale importanza per dare un’anima al Vecchio Continente: infatti, il collante che tiene uniti i vari popoli europei, così diversi fra loro, è proprio il cristianesimo.
Se nei primi secoli il cristianesimo si è diffuso grazie all’annuncio della parola di Dio e alla testimonianza dei martiri, a partire dal IV secolo l’opera di cristianizzazione è proseguita grazie alla conversione dei sovrani barbari, all’espansione del monachesimo benedettino e all’opera dei monaci irlandesi.
Proprio a questi ultimi è dedicato il libro di Enzo Farinella. L’epopea dei monaci irlandesi è poco nota, ma non per questo di secondaria importanza per l’affermazione della religione di Gesù in Europa. Fra il V e l’XI secolo centinaia di monaci lasciarono l’isola natia per portare il vangelo nel continente.
Molti di questi monaci terminarono la loro vita nell’Europa continentale e ivi furono sepolti: basta pensare, ad esempio, a San Gallo e a San Colombano. Per quanto ignorato, si può parlare di un vero e proprio “Erasmus della fede”. Inoltre, furono proprio i monaci irlandesi ad introdurre la pratica della confessione individuale.
Il libro di Farinella aiuta a ricostruire questa storia e ad avere una maggiore consapevolezza della propria identità europea.
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