“‘Un nuovo punto di vista’ sulla comunicazione e, reciprocamente, sulla famiglia, che facilita uno sguardo più concreto sui nuovi media che sembrano mettere a dura prova la coesione e il dialogo familiare”.
Questo il “cuore” del Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Lo scrive monsignor Domenico Pompili, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, in una riflessione che accompagna i materiali messi a disposizione dall’Ufficio per celebrare la giornata nelle diocesi. “Ciò che fa della famiglia ‘il grembo’ della comunicazione – evidenzia Pompili – è legato a tre evidenze difficilmente contestabili, anche in una stagione culturalmente omologata come la nostra”. “La prima evidenza – spiega – è che la famiglia ‘è fatta di persone diverse in relazione’, il che non compromette ma facilita il dialogo che sboccia sempre tra persone intime ma differenti”. In altri termini, “l’eclissi della differenza di genere e di generazioni ha delle ricadute in ordine alla comprensione reciproca e alla stessa possibilità di dialogo”.
In secondo luogo, “la famiglia è la scuola dove si sperimentano limiti e carenze, ma pure risorse ed energie per affrontare insieme la fatica di ogni giorno che non è una passeggiata, ma sicuramente rappresenta un cammino di crescita”. È qui che “s’impara a interagire e non a scartare sia le fatiche che le risorse dello stare insieme, sia i limiti che i pregi di ciascuno”. Infine, “la famiglia più che la vittima dei nuovi linguaggi può essere il controambiente che ne limita le ambiguità e ne potenzia le possibilità, grazie alla sua capacità di raccontare e non semplicemente di produrre informazione”. “Si comprende alla fine del Messaggio – conclude Pompili – che la famiglia più che essere un target della comunicazione, come in certo genere pubblicitario, è invece il ‘core business’ della stessa comunicazione, meno centrata sulla logica informativa e più capace di liberare la sua forza narrativa. Come dimostra una recente indagine europea che ha fotografato il rapporto con Internet di circa 25.000 ragazzi. La ricerca attesta che l’85% degli interpellati usa la rete per i compiti, ma quando si tratta di parlare di cose importanti solo l’8,4% degli adolescenti dichiara di affidarsi ai social network, mentre il 75% dei giovani ritiene importante affrontare le questioni di persona, parlando faccia a faccia”.
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