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Alla riscoperta di Faraone Vecchio: com’era ieri, com’è oggi

di Sara De Simplicio

La vicaria di Santa Maria in Montesanto offre molti tesori nascosti, spesso sconosciuti ai più. Uno di questi è l’affascinante e suggestivo, seppur abbandonato, borgo di Faraone Vecchio che giace su una piccola altura, non troppo distante da Civitella del Tronto. Il villaggio fantasma, ormai abbandonato dagli anni Cinquanta del XX secolo e collegato alla terraferma da un piccolo ponte circondato da fossi, è prossimo a Faraone Nuovo, nato invece successivamente intorno alla chiesetta paleocristiana di San Vito, quando il 23 febbraio del 1952 un Decreto del Presidente della Repubblica Luigi Enaudi ne stabiliva il dislocamento in una sede urbana nuova a causa sia del terremoto del 1950 che aveva colpito duramente il paese sia per l’accentuarsi del movimento franoso che faceva “scivolare” pericolosamente verso il fiume le dimore di Faraone.

Nel periodo della dominazione longobarda il territorio che oggi appartiene a Sant’Egidio alla Vibrata fu conteso tra i Ducati di Spoleto e quello di Benevento: i longobardi lasciarono tracce evidenti della loro presenza soprattutto nell’insediamento e nella fortificazione di Faraone.

Questa piccola realtà, collocatasi in posizione strategica rispetto al territorio circostante, rese indispensabile la realizzazione di un baluardo militare che fosse a difesa delle prerogative del “vincitore” ducato di Spoleto, che mirava ad per ottenere un più controllo strategico della strada della Metella e della consolare Salaria.

L’occupazione longobarda terminò nel 793 sotto il dominio dei Franchi  e nel corso dei secoli il paese visse alterne vicissitudini passando, infatti, dalle pertinenze dell’Abbazia di Montecassino alla proprietà della Contea e del Capitolo di Ascoli Piceno, alle competenze del Giustiziere d’Abruzzo oltre il Pescara e all’università di Civitella del Tronto.

Fu poi possedimento di varie nobili famiglie, tra le quali la Guidobaldi di Nereto, la Tullii di Teramo e quella dei Caucci di Ascoli fino a quando, con un Decreto Reale del 23 giugno 1863 , il paese fu poi accorpato al Comune di Sant’Egidio alla Vibrata.

L’insediamento di origine medievale era costituito da un borgo fortificato interamente circondato da mura perimetrali di difesa: oggi ne rimangono pochi ruderi, ricoperti da una folta vegetazione che lasciano intravedere le antiche abitazioni. L’arco rinascimentale che costituisce il varco d’ingresso al borgo reca una lapide che ricorda la protezione della Vergine  – quando il paese fu miracolosamente risparmiato dalle incursioni nemiche del 1944 – e che immette sulla piccola antica piazza , dove si affacciano i resti della chiesa di Santa Maria della Misericordia ad Palatium ed il cosiddetto Palazzo Baronale, probabilmente risalente al XVII secolo.

All’orizzonte si intravedono un vecchio campanile e  antichi e imponenti palazzi oggi cadenti, accompagnati da viuzze completamente soffocate dalle erbe.

Un luogo storico e misterioso, immerso nella natura e quasi nascosto. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove si può certamente assaporare un raro silenzio: a Faraone Antico lo spettacolo di storia e natura è servito!

Redazione: