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Google apre le braccia al non profit italiano: occasione di crescita

Di Benedetto Riga

In contemporanea a “Digital News Initiative” – lanciata insieme a otto dei principali editori europei, per supportare il giornalismo di qualità attraverso la tecnologia – Google ha varato in questi giorni un’iniziativa che riguarda il mondo non profit italiano, utilizzata sin dal 2011 in molti Paesi del mondo, attraverso la quale l’Unicef, ad esempio, “ha potuto incrementare del 100% il traffico verso il proprio sito, aprendo le porte a opportunità di raccolta fondi online che altrimenti sarebbe stato impossibile ottenere”, sostiene l’azienda americana. Vengono utilizzati strumenti e tecnologie messe a disposizione gratuitamente da Google. Quest’opportunità – che per le aziende for profit è a pagamento – da qualche giorno è accessibile anche alle organizzazioni no profit italiane, che ne possiedano i requisiti, grazie alla collaborazione tra Google e TechSoup Italia, partner italiano di TechSoup Global, un’azienda americana fondata negli anni ‘80 e oggi presente in 60 Paesi con lo scopo di promuovere l’accesso delle organizzazioni non profit di tutto il mondo alla tecnologia e all’innovazione. Tra i requisiti richiesti: la registrazione su Google con il profilo di Organizzazione non governativa e come organizzazione di beneficenza presso la SocialTechno, divisione regionale di TechSoup Global.

I servizi. Tra le possibilità offerte: creare campagne di comunicazione online, fino ad un valore pari a 10mila dollari di disponibilità mensile, promuovere il sito della propria organizzazione e acquisire nuovi sostenitori; l’uso di strumenti di produttività e collaborazione – che include Gmail, Google Drive, Google Calendar – per ridurre gli investimenti necessari in tecnologia avvalendosi dell’infrastruttura di Google; la creazione di campagne capaci di catturare l’attenzione di donatori e sostenitori, attraverso l’accesso a YouTube. Per Google e per il suo partner italiano, la TechSoup Italia – che “mette a disposizione il suo programma tecnologico a costi marginali e permette quindi alle organizzazioni di aggiornare i loro strumenti e promuovere l’innovazione nel sociale” – vi è un evidente interesse a entrare prepotentemente in un mondo, quello del Terzo Settore italiano, in grande espansione, che attualmente ha 301mila realtà censite dall’Istat. Solo creare un database profilato di questa natura e consistenza, è estremamente vantaggioso per il colosso americano.

750 milioni la spesa Ict del no profit nel 2013. L’iniziativa di Google si pone sulla scia di quella attuata tra il 2012 e il 2014 da Microsoft Italia, che ha messo a disposizione 5 milioni di euro in tecnologia gratuita a 370 realtà del Terzo settore. Nel corso di un evento che si tenne lo scorso anno, dal titolo “Donare è ricevere. La tecnologia abbraccia il Terzo settore”, fu presentata la ricerca “Uno sguardo sul Terzo settore: reportage da mondi ieri lontani, oggi vicini”, realizzata da “The Innovation Knowledge Foundation” – che aveva coinvolto 218 organizzazioni italiane – dalla quale si desumeva che la spesa Ict nel settore del no profit abbia raggiunto nel 2013 i 750 milioni di euro e si riscontrava un incremento del 16% rispetto all’anno precedente delle soluzioni software.

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