Presso la sala stampa Vaticana, ieri, martedì 5 maggio, è stato presentato il Giubileo della Misericordia.
Eravamo presenti anche noi dell’Ancora, a breve pubblicheremo un’intervista realizzata da Marco Sprecacé a Mons. Rino Fisichella.
Un Giubileo per i carcerati, il 6 novembre 2016, da celebrare non solo nelle carceri ma anche a san Pietro. È una delle “prime volte” del Giubileo della misericordia, il primo Anno Santo della storia della Chiesa dedicato a questo tema. Per la prima volta nella storia dei Giubilei, si aprirà una “Porta della misericordia” anche nelle singole diocesi. “Il Giubileo della misericordia non è e non vuole essere il Grande Giubileo dell’Anno 2000”, ha precisato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presentando in sala stampa vaticana il calendario del Giubileo voluto da Papa Francesco, che si aprirà l’8 dicembre per concludersi il 20 novembre 2016. Altro elemento peculiare, il “richiamo fatto da Papa Francesco all’Ebraismo e all’Islam per ritrovare proprio sul tema della misericordia la via del dialogo e del superamento delle difficoltà che sono di dominio pubblico”. Un inedito assoluto è infine offerto dai missionari della misericordia: Papa Francesco darà loro il mandato il 10 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, con la celebrazione nella basilica di san Pietro. Il logo del Giubileo è opera di padre Marko Rupnik. L’immagine esplicativa del motto, “Misericordiosi come il Padre”, è quella del Buon Pastore che “si carica sulle spalle l’uomo smarrito”. Sarà “Credere”, il settimanale popolare religioso dei Periodici San Paolo, la rivista ufficiale del Giubileo, in vista del quale il Papa ha composto una preghiera speciale.
Il calendario delle iniziative giubilari, ha spiegato mons. Fisichella, è “da leggere in una triplice prospettiva”: gli “eventi organizzati che prevedono una grande affluenza di popolo”, “alcuni segni che Papa Francesco compirà in modo simbolico raggiungendo alcune periferie esistenziali per dare di persona testimonianza della vicinanza e dell’attenzione ai poveri, ai sofferenti, agli emarginati e a quanti hanno bisogno di un segno di tenerezza” e iniziative dedicate ai “tanti pellegrini che giungeranno a Roma singolarmente e senza un’organizzazione alle spalle”. Il primo avvenimento in calendario “dedicato a tutti coloro che operano nel pellegrinaggio”, dal 19 al 21 gennaio: “Chiederemo ai pellegrini di compiere un tratto a piedi, per prepararsi a oltrepassare la Porta Santa con spirito di fede e di devozione”. Il 3 aprile, sarà la volta di “una celebrazione per tutto il variegato mondo che si ritrova nella spiritualità della misericordia”, mentre il mondo del volontariato caritativo sarà chiamato a raccolta il 4 settembre; il 9 ottobre la giornata della spiritualità mariana. Oltre al Giubileo dei giovani, che è la Gmg in programma a Cracovia a luglio, il 24 aprile sarà la giornata dedicata ai ragazzi del “dopo Cresima”. I diaconi celebreranno il loro Giubileo il 29 maggio, i sacerdoti il 3 giugno, il 25 settembre i catechisti, il 12 giugno gli ammalati e i disabili.
Quanto ai “segni” che compirà direttamente il Papa verso le “periferie”, mons. Fisichella ha spiegato che “avranno un valore simbolico, ma chiederemo ai vescovi e ai sacerdoti di compiere nelle loro diocesi lo stesso segno in comunione con il Papa perché a tutti possa giungere un segno concreto della misericordia e della vicinanza della Chiesa”. Per i tanti pellegrini che giungeranno a Roma in ordine sparso, “saranno individuate alcune chiese del centro storico dove potranno trovare accoglienza”. Tutti i pellegrini che giungeranno a Roma avranno un percorso privilegiato per attraversare la Porta Santa, ha assicurato, “per consentire che l’evento sia vissuto in modo religioso, con sicurezza e al riparo dalle intemperie dell’abusivismo che ogni giorno sembra investire i milioni di persone che giungono nei luoghi sacri della cristianità”. La prossima settimana si svolgerà la prima riunione bilaterale tra Santa Sede e Italia per garantire la sicurezza durante il Giubileo.
I “missionari della misericordia” devono essere “bravi predicatori e bravi confessori”, dotati di “molta pazienza nei confronti dei limiti delle persone”. Perché, come ama ripetere il Papa, “la confessione non è la dogana, la camera di tortura, ma un luogo di accoglienza, dove si comprende e si dà il perdono”. Tracciandone l’identikit, mons. Fisichella ha precisato che i criteri della scelta con cui il Pontificio Consiglio selezionerà i candidati “sarà fatta in accordo con il vescovo” e avvalendosi anche dell’aiuto dei vescovi emeriti. “Le Conferenze episcopali sono tutte coinvolte” nella preparazione dell’Anno Santo, ha assicurato l’arcivescovo: “Siamo sempre grati alla Conferenza episcopale italiana, che ci dà un grande supporto e un grande aiuto”, ha aggiunto.
“Non abbiamo minimamente pensato alla riforma della Curia, ma abbiamo pensato che la Curia ha bisogno di riformarsi”. Con questa battuta mons. Fisichella ha risposto alla domanda di un giornalista sul Giubileo della Curia Romana, in programma il 22 febbraio. Alla domanda su come sia nata l’idea del Giubileo della misericordia, mons. Fisichella ha rivelato che il Papa, durante un’udienza privata a lui concessa il 29 agosto, gli disse: “Quanto mi piacerebbe un Giubileo della misericordia!”. “E da lì è nato tutto quello che abbiamo oggi”, ha commentato. “Ho colto questo momento del Papa – ha proseguito – come un autentico moto spirituale: non solo un desiderio che aveva nell’animo, ma un’azione per cui lo Spirito ha agito attraverso il Santo Padre”. Sottolineando il fatto che il desiderio di Francesco è rimasto nascosto per sette mesi, fino al suo secondo anniversario di pontificato, il 13 marzo scorso, mons. Fisichella ha commentato: “Il segreto pontificio regge”.