Gli atleti siano “validi modelli da imitare” e no a “scorciatoie” come il doping.
È l’esortazione di papa Francesco ai circa 7mila giovani della Federazione italiana tennis, ricevuti ieri mattina in udienza in Aula Paolo VI.
La Chiesa, ha sottolineato il Pontefice, “s’interessa di sport perché le sta a cuore l’uomo, tutto l’uomo, e riconosce che l’attività sportiva incide sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualità”. “Voi atleti – ha quindi evidenziato – avete una missione da compiere: poter essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare”. Rivolto a dirigenti e allenatori li ha esortati a “dare buona testimonianza di valori umani”, ad essere “maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida”. “La pressione di voler conseguire risultati significativi – ha aggiunto – non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Come è brutta e sterile quella vittoria che viene ottenuta barando sulle regole e ingannando gli altri!”. Ogni atleta è chiamato “a mettersi in gioco non solo nello sport”, ma “nella vita, alla ricerca del bene, del vero bene, senza paura, con coraggio ed entusiasmo”, ha esortato richiamando le metafore sportive usate dall’apostolo Paolo.
“Mettetevi in gioco con gli altri e con Dio, dando il meglio di voi stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre. Mettete i vostri talenti – ha concluso – al servizio dell’incontro tra le persone, dell’amicizia, dell’inclusione”.
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