La situazione nei Comuni diventa ogni giorno sempre più critica. Fatichiamo oramai a garantire anche i servizi minimi indispensabili ed è netta la sensazione di una mancanza di piena consapevolezza di queste situazioni da parte del Governo e del Parlamento. Sono i Sindaci dei Comuni più piccoli quelli in maggiore difficoltà.
E non potrebbe essere altrimenti considerati i loro bilanci strutturalmente molto rigidi e fortemente ingessati da una normazione non adeguata alla situazione.
Dai piccoli Comuni arriva una pressante richiesta di aiuto, soprattutto su come proseguire nell’attività quotidiana a fronte delle spese incomprimibili, le sempre meno risorse disponibili, con i vincoli sul personale, con la progressiva chiusura di alcuni ed importanti servizi, con la progressiva difficoltà di gestire territori estesi.
In questi anni i Comuni hanno contribuito più di altre istituzioni al risanamento della finanza pubblica. Dal 2007 al 2014 i Comuni italiani hanno subìto una stretta finanziaria di oltre 17 miliardi di euro a cui aggiungere nel 2015 un ulteriore sforzo, oramai insostenibile, di 1,5 miliardi di euro dalla spending review, che per le Marche, rispetto ai 236 Comuni marchigiani, equivalgono a circa 37,5 milioni di euro in meno di cui il 28% a carico dei piccoli Comuni, oltre gli obiettivi del patto di stabilità. Tagli e vincoli che hanno portato nel quadriennio 2008-2012 ad una riduzione degli investimenti, su scala nazionale, pari a circa il 30%. Tagli e vincoli aggravati dai rispettivi tagli applicati ai bilanci delle Regioni e delle Province e che ricadono tutti su di noi.
Per non parlare della penalizzazione causata dall’introduzione del Governo dell’Imu agricola anche ai Comuni collinari o parzialmente montani, che per il 2014 ha comportato, solo nelle Marche, un recupero forzoso – ancora in corso, nostro malgrado – a discapito dei cittadini, stimato in circa 6,2 milioni di euro e che per il 2015 si prevede un nuovo e maggiore prelievo di circa 7,4 milioni di euro.
Un recupero che, in aggiunta, va a colpire gran parte dei territori gestiti dai piccoli Comuni e che a sua volta si riverbera negativamente su coloro che coltivano la terra mentre dovrebbero essere premiati per il ruolo fondamentale che questi svolgono o potrebbero svolgere nel preservare il territorio e l’ambiente.
Se ai tagli incisivi sommiamo anche le nuove regole di bilancio sempre più severe, rideterminare gli equilibri di bilancio per il 2015 sarà arduo per gran parte dei Comuni.
Questa fragilità della finanza comunale non può che scaricarsi sulla programmazione concreta delle attività comunali, sulle scelte degli Amministratori e, infine, sulla qualità della vita delle comunità rappresentate e dei servizi erogati ai cittadini.
Da troppo tempo attendiamo risposte e fatti concreti. Ogni giorno vediamo allungarsi la coda dei cittadini che chiedono aiuto presso i nostri uffici e, visto le scarse risorse di cui disponiamo, non riusciamo più a far fronte a tale istanze. A tutto ciò si aggiunge il caos normativo per reiterate modifiche alle leggi e a cui i Comuni stessi non riescono più a stare dietro.
Eppure il Sindaco continua a riscuotere dai cittadini la loro fiducia – e sappiamo bene che così non è per le altre figure istituzionali -, motivo d’orgoglio che ripaga parte delle nostre fatiche e battaglie e che ci sprona ancora ad andare avanti, con concretezza e a testa bassa. Per guardare lontano, tuttavia, abbiamo bisogno di un leale e concreto spirito di collaborazione da parte dei Governi, altrimenti assisteremo inevitabilmente, impotenti e indifesi, ad una implosione del sistema istituzionale, a partire dagli enti locali, quelli più vicini ai cittadini e in grado di rappresentare meglio le necessità della collettività.
Attraverso la Consulta nazionale, che in via del tutto eccezionale si è svolta qui ad Ancona, nelle Marche, abbiamo fatto il punto sui provvedimenti che regolano la vita dei Comuni, ragionato su alcune prospettive, raccolto suggerimenti e indicazioni, rielaborato un nuovo e chiaro messaggio al Governo per tentare di far invertire la tendenza, sempre più chiara e preoccupante.
Attraverso la prossima Conferenza nazionale dei piccoli Comuni, che si terrà a Cagliari il 10 luglio prossimo venturo, si riproporrà all’attenzione del Governo il tema del ruolo strategico dei Comuni, a partire dai più piccoli, ripartendo da un’inevitabile e faticoso lavoro di valutazione e revisione della normazione vigente e la condivisione di direttive specifiche del cambiamento, capaci di realizzare un disegno coerente e coraggioso di riforma strutturale della finanza locale e dell’ordinamento delle autonomie locali. Dunque autonomia reale e dignità per la rinascita dei Comuni e la tutela dei diritti dei cittadini”.