Questa testimonianza, spiega la Cei nel comunicato con cui annuncia la Veglia di preghiera, “non può passare sotto silenzio perché costituisce per tutti una ragione d’incoraggiamento al bene e di resistenza al male”. La tragedia dei “tanti cristiani” e delle “tante persone” i cui “diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa” vengono violati, ribadiscono i vescovi, “c’interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle”.
#free2pray, allora, non per cedere alla moda social del momento, ma per far sentire la vicinanza dell’amore nostro e delle nostre comunità ai tanti martiri, missionari e laici, di questi tempi.
#free2pray per esprimere commossa gratitudine per l’esempio d’intrepida fede di tanti cristiani perseguitati. “Oggi – ha detto più volte Papa Francesco – ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli”. E ancora: “Con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono”.
#free2pray perché abitare il continente digitale con uno stile responsabile, da testimoni, significa anche condividere, dare voce a chi non ha voce, non far passare sotto silenzio la persecuzione patita da tante persone solo a causa della loro fede.
#free2pray per dire grazie: il sangue dei martiri, diceva Tertulliano, è seme di nuovi cristiani!