PORTO D’ASCOLI – Che fine ha fatto S. Giuseppe? È forse la domanda che più affiora riguardo alla figura paterna nella famiglia di Nazareth. Ed è la domanda che si fa la comunità della SS. Annunziata in questi giorni, un po’ sbigottita e un po’ dispiaciuta. Dov’è finito S. Giuseppe?

Non tanto per delle riflessioni teologiche sulla figura di Giuseppe, custode silente e presente, laborioso e giusto, nella famiglia di Nazaret di cui il Vangelo, di Luca, ci parla fino all’episodio adolescenziale di Gesù tra i dottori al tempio. E poi? Non ne viene più detto nulla, se non che Gesù è riconosciuto come il figlio del falegname, per cui probabilmente è già morto quando comincia la vita pubblica di Gesù.

Ma anche del S. Giuseppe, una bella e grande, quanto preziosa, icona non si sa più nulla. E’ stata sottratta dalla chiesa e da alcuni giorni al suo posto è rimasto solo il foro del chiodo e una leggera traccia del perimetro dell’icona lasciata sui mattoni.

L’icona raffigura Giuseppe con Gesù e le parole che indicano il suo essere custode, che nella chiesa dedicata alla Ss. Annunziata, la Vergine Maria madre di Cristo, andava a ricomporre la famiglia di Nazareth, per essere anche invocato fiduciosamente, così come la Chiesa ci indica. Era stata realizzata, anzi scritta perché non si dipingono le icone si scrivono, da un pittore romeno in Romania, grazie a Padre Ireneo che la parrocchia ha conosciuto e spesso ospitato con i suoi ragazzi di Prislop.

Insomma strana “sorte” quella di S. Giuseppe! Papa Pio IX lo proclamò patrono universale della Chiesa e Giovanni XXIII pose sotto la protezione di S. Giuseppe il Concilio Vaticano II, figura che, dirà il papa “oltre a qualche sprazzo qua e là negli scritti dei Padri, rimane per secoli e secoli in un suo nascondimento caratteristico, quasi come figura di ornamento nel quadro della vita del Salvatore. E ci volle del tempo prima che il suo culto penetrasse dagli occhi nel cuore dei fedeli, e ne traesse elevazioni speciali di preghiera e di fiducioso abbandono.” Per qualcuno la devozione a S. Giuseppe sembra si sia affievolita in un’epoca di “evaporazione dei padri”, della generazione Telemaco, come la sintetizza Massimo Recalcati, che nell’assenza del padre ne attende il ritorno.

Ma a S. Giuseppe patrono dei lavoratori nonché dei moribondi e delle anime del purgatorio, “raccomandiamo ogni uomo” anche coloro che hanno preso e, o incroceranno il volto dipinto finemente e fiduciosamente di quell’icona che non è più al suo posto in chiesa, chissà magari ci sarà qualche ravvedimento…

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Icona S. Giuseppe

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