SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Dopo aver raccontato la vita e la storia della signora Gina, la donna che con i suoi 107 anni è la più longeva di Sant’Egidio alla Vibrata, siamo andati alla ricerca dell’uomo più longevo e l’abbiamo trovato: si tratta del signor Attilio Parracciani, di 102 anni e ad aprirci le porte della sua casa, insieme a lui, c’erano Elisabetta e Tarcisio, due dei suoi cinque figli, i quali, insieme a Marina, l’ultima figlia, risiedono a Sant’Egidio; la secondogenita Giuseppina vive invece in Svizzera mentre la terza, purtroppo, Alberta, è venuta a mancare tanti anni fa a causa di una malattia.
L’età sembra non sentirsi sulle spalle del signor Attilio: due occhi verdi e molto espressivi, una camminata svelta, una voce decisa, una memoria di ferro e tanta .. tanta saggezza. I suoi discorsi e i suoi racconti sono avvincenti e precisi, dettagliati, emozionanti e talvolta commossi.
La sua, infatti, non è una storia qualunque ma una di quelle degne di essere ascoltate e raccontate.
Nato a Castel di Lama (AP) il 5 settembre del 1913 da genitori malati di tubercolosi (la cara mamma Bettina, casalinga, e papà Emidio, un apprezzato calzolaio) all’età di circa 12 anni si trasferì a casa dei nonni materni, a Sant’Egidio alla Vibrata appunto; in breve tempo, però, nel luglio del 1926 il giovane Attilio si ammalò gravemente di tifo, bronchite e pleurite. Poche erano le speranze di tenerlo in vita e, a detta del dottor Pimpini, solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo. E così fu. La notte tra il 1° settembre (festa di Sant’Egidio Abate) e il 2 settembre i familiari di Attilio accorsero da Castel di Lama per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute: decisero di indire così, per la mattina successiva, una messa speciale a San Gabriele e di mettere addosso al giovane ammalato un’immagine del santo, al fine di invocare la sua speciale protezione. Il mattino seguente Attilio, lasciato solo durante la messa, si alzò dal letto per affacciarsi alla finestra ed osservare la giostra del paese piena di ragazzi in festa ma cadde a terra visibilmente indebolito; quando fu soccorso dalla zia Virginia, però, le sue condizioni di salute erano tornate normali: nessun sintomo, nessuna malattia!!!
L’intercessione di San Gabriele fu da tutti riconosciuta ed è oggi testimoniata dalla presenza della storia e del suo nome nel libro che racconta i tanti miracoli del santo.
Doveva essere la fine e invece fu solo l’inizio di una lunga vita, vissuta a pieno e con energia, una vita fatta di soddisfazioni ma anche di sacrifici e difficoltà, tutte superate con tanta forza di volontà, un gran sorriso e una buona dose di ottimismo e speranza. E se gli chiediamo qual è il segreto della sua forza e della sua longevità ci risponde che è di certo la fede. Un uomo molto religioso, il signor Attilio: un uomo che ha riposto tutta la sua vita nelle mani della Madonna, di San Gabriele e di Sant’Egidio Abate. Una vita, la sua, travagliata ma ordinata, tutta dedita alla famiglia e alla preghiera.
Un gran lavoratore, un uomo poliedrico e sin da giovane molto bello e talentuoso: falegname, ritrattista, costruttore di chitarre, calzolaio, pittore. Un uomo, dunque, dalle mille risorse, determinato e pronto a rimboccarsi le maniche per mantenere la sua famiglia di origine, alla quale tutt’ora vanno i suoi emozionati ricordi. Uno in particolare però gli tocca il cuore: quello di una sua sorellina, Bradamante, scomparsa alla sola età di 3 anni e da lui definita “il quadro più bello del mondo”.
Una bambina bellissima e prodigiosa che a soli sei mesi camminava e che a due anni rispondeva già come una donnina, con tono adulto e serio: una figlia meravigliosa, un dono tanto grande e prezioso da essere offerto, da mamma Bettina, alla Beata Vergine Maria, che la riprese con sé nel mese di agosto del 1925.
Bradamante, prima di morire, volle rivedere però il suo tanto amato fratello Attilio che, a piedi e di corsa, da San’Egidio arrivò in fretta a Castel di Lama, giusto in tempo per un ultimo meraviglioso sorriso.
Da lì, dice il signor Attilio, iniziarono le grazie per lui, come dire che la morte di Bradamante gli aveva aperto le strade del cielo facendo piovere benefici a volontà. Un angelo custode, Bradamante, che il 15 agosto del 2006 è apparsa in sogno al signor Attilio: lo ha accompagnato su di una collina dicendogli “Ciao “nonnino” ti farò ascoltare cose che ti piaceranno senz’altro”. Ed ecco una soave melodia, un’Ave Maria cantata, che il signor Attilio, sotto sua richiesta, ha trascritto dettagliatamente e che spera, un giorno, di poter far recapitare al Santo Padre.
Il signor Attilio custodisce con cura questa sorta di regalo dall’aldilà, una preziosa preghiera e quasi un significativo monito: quello di alzare, sempre e comunque, gli occhi al cielo.
daniel pantoni
Non avete scritto che.....era e penso che lo sia tutt'ora un grande e bravo suonatore di mandolino!!