“La meditazione e la preghiera davanti alla Sindone sono incompleti se non ci aprono gli occhi al mondo”. È uno dei passaggi più intensi dell’intervento di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera, al convegno “L’Amore che salva – dal Volto del Sofferente ai volti della sofferenza” a Torino.
Richiamando le parole di Papa Francesco, don Ciotti ha affermato che “quel Volto non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore” invitando a “guardare attraverso quel Lenzuolo per scorgere i volti della sofferenza, per risvegliare i cuori di fronte alle ingiustizie”. “Non possiamo stare fermi”, ha ammonito il presidente di Libera per il quale “a volte siamo stati troppo tiepidi e prudenti”.
Bisogna invece “metterci in gioco, evitando calcoli e convenienze. La vita ci chiede di avere coraggio”, ha aggiunto don Ciotti secondo cui “in ogni realtà c’è tanto bene che non fa chiasso o rumore. È un dovere riconoscerlo, per valorizzarlo e promuoverlo”. “Abbiamo bisogno di occhi nuovi per vedere le nuove povertà”, ha affermato il presidente di Libera citando don Tonino Bello, e che bisogna “farci interrogare dai volti della sofferenza”. “Nell’altro ho trovato, come ricorda la Sindone, l’immagine di Dio”, ha affermato don Ciotti per il quale “la speranza ha il volto di Cristo, quindi quello dei sofferenti che ci insegnano la strada per costruirla”