La politica – come sosteneva Aristotele – è il mezzo più alto per far comprendere all’uomo chi egli è e quali siano le proprie capacità: “ Per vivere da soli si deve essere una bestia, o un dio o un filosofo, ma l’uomo è tutt’altro, egli è per natura un animale politico”. La politica, allora, è una dimensione costitutiva dell’essere umano, gli appartiene quindi in maniera totale e solo attraverso tale dimensione, l’uomo scopre il valore del bene comune. Valore che è prerogativa della politica ma è altresì vero che esso è un dovere che ognuno di noi dovrebbe coltivare.
Viviamo in un tempo di crisi economica, ma, la nostra è soprattutto una crisi di valori, una crisi dell’animo umano. Oggi, dalla parola “crisi” deriva una visione negativa della realtà ma, se analizziamo l’etimologia della parola stessa scopriamo un significato inaspettato: la crisi è inclinazione al cambiamento. Dobbiamo avere coraggio, perché solo attraverso un animo tormentato da ogni tipo di crisi, è possibile un reale e concreto cambiamento.
La politica trova in tale cambiamento il suo ruolo fondamentale : tornare ad occuparsi del bisogno dell’altro. In che modo? Recuperando le tre, seppur antiche, ma così attuali, componenti della “retorica” aristotelica alla base dell’arte politica, di cui la figura del “politico” deve essere caratterizzato.
Prima di tutto, la dimensione del logos: ricostruire relazioni sociali, favorendo l’importanza del dialogo, l’attrazione verso il vero e il possibile, la capacità di discernimento e la responsabilità nello scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Poi, la dimensione dell’ethos, ovvero, ritornare sui principi cardine e le capacità morali del “fare politica”: servizio, responsabilità, spirito di iniziativa, volontà di costruire, programmare, progettare, migliorare, senza cadere nell’autoreferenzialità.
Infine, la dimensione del pathos: così come l’animo umano è dotato di una componente razionale ed una irrazionale, anche la politica deve esserlo. Il pathos è la capacità di attivare il sentimento, motivazione ad ogni tipo di azione. La politica deve poter suscitare allora speranze concrete nel dipingere positivi scenari futuri nel seguire il corso di azione proposto.
Logos, ethos e pathos racchiudono quindi il modo migliore per fare politica: essere in relazione e porsi in ascolto, essere in azione per poter cambiare la realtà ed essere un appassionato del bene comune.
Riscoprire tali dimensioni, che ci appartengono in quanto uomini, è rendere la politica “la forma più alta della carità” come affermava il Beato Paolo VI, e fare di essa dunque, prima di tutto, un servizio, una missione.
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