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SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA
– A Sant’Egidio alla Vibrata la quarta domenica del mese è sempre dedicata ad una fiera speciale, la “Mostra Scambio dell’antiquariato, dell’artigianato e dell’hobbistica” organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Proloco e che ha sede solitamente in Piazza Europa e in Piazza Umberto I, al centro del paese. Domenica 24 maggio, però, in via eccezionale a causa delle incerte condizioni meteo, gli espositori si sono insediati al Centro Fiere di Paolantonio, una struttura che, essendo dotata di un portico coperto, ha permesso una serena esposizione.

Tanti gli oggetti e tanta varietà nelle bancarelle: spuntano fuori sui tavoli diverse gamme di colori, materiali e forme che testimoniano e rispecchiano la molteplicità delle passioni o delle motivazioni che hanno spinto collezionisti e non solo a diventare “veri mercanti” una volta al mese.

Particolare il caso della signora Maria, di Porto d’Ascoli, che insieme al marito partecipa da un po’ di tempo a questo mercatino abruzzese e, ciò che li ha convinti a prender parte a questa iniziativa non è stato un interesse particolare né una qualche esperienza nel settore del commercio, ma una semplice necessità pratica.

Quale motivo vi ha spinto a partecipare a questa mostra-scambio?
La nostra esperienza è diversa da quella degli altri espositori presenti, molti dei quali sono qui perché è il loro lavoro. Io e mio marito siamo sposati da 40 anni e in questi anni abbiamo accumulato tantissime cose, alcune delle quali oggi non usiamo più e che sono finite nel dimenticatoio. Quando lo spazio dove tenerle è diminuito, dal momento in cui ci siamo trasferiti in una casa più piccola, abbiamo allora riflettuto insieme sulla possibilità di partecipare al mercatino per poterci “liberare” da tutti quegli oggetti diventati per noi inutili e causa di disordine.

Le dispiace dare via gli oggetti che per tanti anni hanno fatto da cornice alla sua vita?
In realtà ho deciso di chiudere gli occhi e non pensare al valore affettivo di qualche oggetto dato che preferisco riempire gli spazi con le cose di cui ho davvero bisogno.

Qual è l’aspetto positivo della vostra presenza in questo tipo di iniziative?
Innanzitutto per noi è una giornata diversa dalle altre perché, essendo marito e moglie, occasioni come questa ci permettono di stare insieme e fare qualcosa insieme dato che durante la settimana ci occupiamo di cose diverse: così invece la quarta domenica di ogni mese ci dedichiamo ad una cosa che ci piace e lo facciamo insieme. Questo mercatino permette, inoltre, di poter girare il ricavo verso cose di cui si ha davvero bisogno oppure di aiutare e dilettare i bambini dell’oratorio della parrocchia di San Giacomo della Marca a Porto d’Ascoli, nella quale molti si dedicano ad attività manuali e creative.

Secondo il suo parere, come mai negli ultimi si vanno così diffondendo iniziative di questo tipo?
E’ vero che in Italia i mercatini del genere sono sempre più frequenti, forse a causa della crisi economica che non è sicuramente da stimolo all’acquisto dell’oggetto nuovo e intonso, ma in realtà mi dicono che prima, soprattutto il mercato dei collezionisti, funzionava di più perché oggi si compra solo ciò che serve e di cui si ha stretta necessità. In Canada, al contrario, queste iniziative sono all’ordine del giorno : per chi deve lasciare una casa e trasferirsi in un’altra è una cosa più che normale depositare gli oggetti che non servono più nel proprio garage o nel giardino ma non per farli finire nel dimenticatoio quanto per mostrarli ad un “pubblico” misto, fatto di passanti o di persone arrivate lì appositamente per uno scambio o un acquisto ben preciso.

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