DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza sulle letture di domenica 29 Maggio.
«Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Nella lingua italiana “con” è una preposizione semplice con la quale si può esprimere un complemento di compagnia/unione o di modo/maniera, oppure di mezzo/strumento. Possiamo, allora, provare a rileggere l’ultima frase del Vangelo di Matteo, che ascolteremo domenica prossima, Solennità della SS. Trinità, in questi termini: Dio è, esiste, in unione con noi; il modo di essere di Dio è insieme a noi; Dio è e vive per mezzo di noi! Roba da lasciare senza fiato, tanto che Mosè nella I^ lettura (Dt 4,32-34.39-40) sembra commentare: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: … vi fu mai una cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?». Eppure è proprio così, perché, mediante il battesimo, noi tutti abbiamo ricevuto lo Spirito Santo e siamo stati fatti partecipi del mistero pasquale di Cristo, della sua morte e della sua resurrezione, per poter gridare «Abbà!, Padre!», come dice l’Apostolo nella II^ lettura (Rm 8,14-17), poiché «lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio». Quel Dio che, nell’Antico Testamento, si era manifestato vicino a Israele, scegliendolo fra tutti i popoli, liberandolo dalla schiavitù dell’Egitto e donandogli la Legge, oggi si rivela a noi nella pienezza del suo mistero di Padre e Figlio e Spirito Santo, Dio Trinità, “Dio con” che vuole con-dividere con noi la sua vita divina, che ci chiama a partecipare realmente e interamente al suo mistero di comunione d’amore.
Nella Trinità, i Tre sono distinti, ma tra di loro non ci sono segreti, ma circolazione continua tra loro, cosicché se uno parla, tutti e tre parlano in lui, e se uno agisce, agisce insieme con tutti, e ciò che uno vuole, da tutti è voluto, in una continua circolarità di sguardi amorosi dal Padre al Figlio allo Spirito e così via, come si “legge” nella meravigliosa e ispirata icona della Trinità di Andrej Rublev.
Entrare in questo circolo divino vuol dire per noi non confusione, ma comunione di vita con la Trinità e con i fratelli, dove è bandita ogni divisione e indifferenza, dove la ricchezza o la povertà di uno è la ricchezza o la povertà di tutti, e così anche per la gioia e il dolore, per la libertà e la prigionia, per la vita e per la morte; dove nessun uomo vive per se stesso, ma condivide la sua vita con chi gli è prossimo e, in Dio, con tutti; dove non c’è disperazione se mi manca qualcosa, perché se il mio fratello ha un dono anch’io partecipo e gioisco del suo dono, come egli prende su di se la mia mancanza donandomi la speranza che nasce dal sentire che non sono solo, ma sono amato e, per questo Amore, vivrò.
O unico Amante dell’uomo, o unico Amato in eterno, o unico Amore fedele ricevi la gloria per sempre. Amen.
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