Di Floriana Palestini e Pietro Pompei
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Da alcuni giorni si è celebrata, con una giornata di Convegno, la ricorrenza dei 150 anni dell’Asilo che va sotto il nome di «Teresa e Pietro Merlini», ma che per la precisione riguarda questa benefica Istituzione fin dall’origine, a pochi anni dall’Unità d’Italia, su iniziativa del Cav. Emidio Neroni, sindaco pro tempore e figlio, come scrive lo storico Liburdi, “del ben più noto Cav. Giuseppe”.
Furono allestite, come era uso a quel tempo, due stanze del costruendo Ospedale ed affidate alle Suore Vincenziane della Carità che “si erano stabilite in paese da ormai quasi otto anni- come scrive il Liburdi- per attendere agli ammalati ed all’educazione delle fanciulle”. Fu intitolato a Vittorio Emanuele II e nel primo anno ebbe 15 iscritti tra maschi e femmine.
Fu gestito per molti anni alla maniera dei «Giardini d’infanzia» di Ferrante Aporti che erano sorti alcuni decenni prima con lo scopo di “curare armonicamente l’educazione fisica, intellettuale, morale e religiosa e fornire una refezione gratuita, così da sollevare le famiglie dal gravoso mantenimento di una prole numerosa”; non solo, anche perché si stava affermando l’industria che richiedeva la mano d’opera femminile. Va aggiunto che da noi le mamme spesso seguivano nel lavoro della pesca i loro mariti, sia sulle fragili lancette sia sulla vendita del pescato lungo il litorale. Da qui l’esigenza di un’assistenza dell’infanzia. Ricordiamo ancora che frequentò, verso la fine del secolo XIX, l’Asilo infantile “Vittorio Emanuele II” anche Giacomo Bruni, meglio conosciuto come il Venerabile Padre Giovanni dello Spirito Santo. Per inciso va anche detto che la famiglia Bruni fu legata alle vicende dell’Asilo Infantile attraverso la sorella di Giacomo, Agnese che andò in sposa ad Aurelio Bruglia, per molti anni ricordato benemerito Presidente.
Negli anni molte furono le trasformazioni subite e bisogna giungere al 1923 per trovare “il legato testamentario dei coniugi Merlini” che fu veramente un segno della Provvidenza in un periodo di tempi difficili e di esigue risorse finanziarie. “Fu allora –scrive ancora il Liburdi- che il Commissario (dott. Cesare Armellini) facendo suo il desiderio, non obbligo, imposto dalla munifica testatrice Signora Teresa Camozzi vedova di Pietro Merlini, deliberò la modifica della primitiva denominazione dell’Asilo, assegnandole quella di «Teresa e Pietro Merlini» che dal 6 maggio 1923, tuttora conserva”.
Nel testamento viene evidenziato la presenza delle Suore alla guida dell’educazione: “Tutto il cospicuo rimanente venga intestato all’asilo di S. Benedetto che nomino erede universale, desiderando che venga intestato col nome di Pietro e Teresa Merlini, e che venga diretto da Suore di educazione ed istruzione per i bambini poveri del mio paese”.
La crisi vocazionale ha fatto sì che sono venute a mancare le Suore Vincenziane nel 1997, sostituite dalle Suore Concezioniste ben note nella nostra diocesi proprio nell’educazione dell’infanzia. Alla direzione dell’Asilo Merlini, oggi, troviamo Suor Graziana che ha accumulato anni di esperienza presso Asili del circondario.
L’asilo Merlini ha festeggiato i 150 anni di attività con una conferenza pubblica presso l’auditorium comunale Tebaldini di San Benedetto del Tronto. All’incontro di sabato mattina,30 maggio, inaugurato dal sindaco Giovanni Gaspari, erano presenti il vescovo Carlo Bresciani, il presidente Vesperini, il segretario nazionale FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) dott. Luigi Morgano, i quali sono intervenuti con parole di plauso per un’attività così importante per il bene della città. Il presidente pro tempore dott. Giancarlo Vesperini ha annunciato che presto sarà pubblicato un libro dedicato alla storia di questa struttura che si è guadagnata negli anni “un posto speciale nella città e nel cuore dei sambenedettesi.
Altri interventi si sono susseguiti che hanno richiamato l’attenzione dei molti cittadini intervenuti. Ci piace segnalare quelli dei nostri concittadini dottoressa Maria Grazia Bianco e del prof. Giancarlo Brandimarte, nonché le esperienze di altri oratori che ricoprono incarichi provinciali e regionali in questo settore.
Ad multos annos è l’AUGURIO con il quale noi de l’ANCORA ci associamo.