Proprio questi Paesi, che oggi pagano in termini di desertificazione e catastrofi naturali il prezzo più alto per il global warming causato dai Paesi ricchi e sono pronti a muoversi sulle energie rinnovabili, ma per poterlo fare hanno bisogno di finanziamenti e tecnologie dal nord del mondo.
Ora i due sguardi si incrociano e si incontrano: il sud guarda al nord e finalmente il nord guarda il sud negli occhi e agisce concretamente. Un bel segnale, come è una bella notizia che i Paesi del G7 si presentino compatti a Parigi alla XXI Conferenza Onu sul clima (Cop 21) di dicembre; in questo modo si fa ancora più forte la nostra attesa per l’ormai imminente enciclica del Papa sull’ambiente, annunciata per il 18 giugno. Francesco, in continuità con i suoi predecessori, in particolare san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ci ricorderà ancora una volta che l’uomo non può assoggettare il creato senza riserve alla sua volontà, come se fosse oggetto di sua proprietà, ma deve proteggerlo e rispettarlo, in nome della dignità di ogni persona per il bene di tutta la famiglia umana e per le generazioni future.
Solo amando e rispettando l’ambiente, e muovendosi nella direzione della costruzione di un mondo di valori condivisi, può esserci sviluppo umano, ed anche economico. Per questo lo sviluppo di un’economia sostenibile non è rimandabile, e proteggere l’ambiente significa preservare l’uomo. Il Papa saprà bene come indicarcelo.