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Per padre Cantalamessa, sarebbe, però, “un compromettere l‘opportunità che è il Rinnovamento Carismatico e in genere la ‘nuova Pentecoste‘, se l‘enfasi sui carismi, e in particolare su alcuni di essi più appariscenti, finisse per prevalere sullo sforzo per una autentica vita ‘in Cristo‘ e ‘nello Spirito‘, basata sulla conformazione a Cristo e quindi sulla mortificazione delle opere della carne e sulla ricerca dei frutti dello Spirito”. Il predicatore della Casa Pontificia ha poi sottolineato: “Un motivo soprattutto deve spingerci a tendere alla santità: noi sacerdoti possiamo aprire o sbarrare la strada verso Cristo agli uomini. Più vado avanti negli anni, più mi convinco che all‘origine di un allontanamento o di un riavvicinamento a Cristo, c‘è l‘incontro o lo scontro con un sacerdote. Abbiamo un bel dire che Cristo e la Chiesa non si identificano con papa, vescovi e preti; teologicamente è vero, ma nei fatti è vero il contrario”. Di qui la domanda: “Vogliamo essere gli amici dello sposo che conducono le anime a Cristo, o vogliamo essere pietra di inciampo ai fratelli in questo cammino? Adesso che non ci sente, lo possiamo dire: guardiamo al successore di Pietro che la Provvidenza ha dato alla Chiesa, guardiamo a Papa Francesco: ogni giorno incontriamo persone che si sono riavvicinate a Cristo e alla sua Chiesa guardando lui”.