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La proposta del Papa: un giorno fisso per la Pasqua

Di Luca Marcolivio da Zenit

Un discorso vivace, ricco di spunti di novità e di annunci importanti e sorprendenti. Anche oggi, parlando a braccio, papa Francesco ha colpito nel segno. Oltre a confermare ufficiosamente il suo viaggio in Africa il prossimo autunno, il Pontefice ha fatto una proposta per certi versi rivoluzionaria: un giorno fisso per la Santa Pasqua.

Nella sua meditazione tenuta in lingua spagnola nella basilica di San Giovanni in Laterano, in occasione del III Ritiro dei Sacerdoti, sul tema Trasformati dall’amore e per l’amore, il Papa ha evidenziato il carattere femminile della Chiesa, la quale “è donna, è sposa di Cristo, è madre del suo popolo di fedeli cristiani”.

Secondo Francesco, quindi, non è “femminismo” ricordare che “Maria è molto più importante degli apostoli”, laddove “il genio femminile nella Chiesa è una grazia, la Chiesa è donna, è ‘la’ Chiesa, non ‘il’ Chiesa, è sposa di Cristo, è madre del santo popolo fedele di Dio”.

Altri passaggi della meditazione hanno riguardato lo stile delle omelie che il Santo Padre vorrebbe “brevi, che tocchino il cuore dei fedeli”, possibilmente articolate su “un’idea, un’immagine, un sentimento”, assolutamente mai animate da nessuna forma di “moralismo”.

Anche questa volta Francesco ha tuonato contro il “clericalismo”, da lui definito “uno dei peccati che frenano la libertà della Chiesa”. Esso è un fenomeno che coinvolge passivamente anche i laici: “Quante volte mi è successo che un parroco mi ha detto: ho un laico meraviglioso nella mia parrocchia, lo facciamo diacono? Questo è clericalizzare!”. Come il “tango”, il clericalismo “si balla in due: il sacerdote a cui piace clericarizzare il laico che chiede di essere clericalizzato”, ha aggiunto.

Altro pericolo per il sacerdote è quello di diventare un “burocrate” e di trasformare così la Chiesa da “madre” a “matrigna”. La tentazione del demonio, ha proseguito il Pontefice, arriva “dal portafoglio, è lì che si mette per tentare il prete”.

Francesco ha poi ribadito il suo rifiuto di una “Chiesa senza misericordia” o l’atteggiamento da “puritani” di quei preti che rifiutano il battesimo ai figli delle ragazze madri, come una volta successe effettivamente durante il suo episcopato a Buenos Aires.

Il viaggio in Africa, ha poi annunciato il Papa, avverrà in novembre e comprenderà la Repubblica Centrafricana (già visitata 30 anni fa da San Giovanni Paolo II) e l’Uganda (visitato nel 2009 da Benedetto XVI). A questi due paesi potrebbe aggiungersene un terzo: il Kenya.

La proposta della data fissa per la Santa Pasqua, ha poi spiegato, sarebbe motivata dalla possibilità di festeggiare la più importante solennità liturgica dell’anno, in contemporanea con gli ortodossi e i protestanti.

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