Tunisi – Per l’Europa “l’immigrazione è un mostro che minaccia il mare. Nell’ultimo vertice Ue è stata annunciata la distribuzione dei migranti nei Paesi europei” ma “i migranti sono esseri umani, non possiamo distribuirli come pacchi. Non possiamo fermare con le leggi un milione di disperati che fuggono da guerre e povertà”. Lo ha detto oggi pomeriggio a Tunisi monsignor Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, aprendo il Migramed meeting che riunisce fino al 18 giugno oltre 130 delegati dalle Caritas europee e del Mediterraneo. “Il Mediterraneo è al centro di tutti i drammi – ha detto mons. Antoniazzi -. La primavera araba ci ha abituato ad una profonda instabilità politica, sociale e religiosa. È più facile per l’uomo costruire muri per dividere piuttosto che ponti per unire. Dio invece ha creato i mari per unire i popoli e facilitare i trasporti. L’uomo moderno, invece, ha trasformato il mare in via per i migranti o, peggio ancora, in un cimitero per migliaia di migranti”. “Penso a tutti coloro che hanno abbandonato la loro terra di origine e sono lontani, in navi o barche, alle stazioni o respinti alla frontiera – ha detto monsignor Antoniazzi – Molti hanno scelto la Tunisia come luogo di partenza o di passaggio. Purtroppo moltissimi trovano la morte o non ottengono né comprensione né ospitalità né solidarietà ma il loro grido di dolore sale fino a Dio”.
“L’Europa grida contro questa invasione di profughi che minaccia la sua serenità, ma nel cuore dell’Europa ci sono Paesi che dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza e riconoscere la loro responsabilità anche per l’esistenza dell’Isis. La Tunisia che vi accoglie oggi non ha dimenticato la viltà dell’attentato del Bardo – ha ricordato -. Una sfida alla legalità del Paese perché l’attentato era davanti al Parlamento; una sfida alla cultura, alla storia, all’ospitalità tunisina, che accoglie tanti turisti”. Secondo l’arcivescovo i Paesi che “richiedono l’intervento armato non si rendono conto che l’Isis non si distrugge con la forza: per noi sono terroristi ma loro dicono che sono soldati di dio. Ognuno che viene ucciso è un nuovo martire. Come spiegare che dall’Europa un gran numero di giovani è attirato dall’Isis e parte per morire come martire?” “L’Europa – ha sottolineato – deve essere molto attenta a non cadere nella trappola della lotta armata. Bisogna risolvere le cause: povertà, guerra, disoccupazione dei giovani, mancanza dei valori religiosi. Chi ha il cuore vuoto di valori è una preda facile per l’Isis, che sa bene come riempire il vuoto dei nostri giovani con falsi principi religiosi: per loro è una gloria morire in guerra”.
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