DIOCESI – Edoardo Nico ha 24 anni, della parrocchia Gran Madre di Dio, studente universitario. che tra poco concluderà il corso di studi.
Nell’intervista ci spiegherà il suo servizio in Caritas.
MS: Perché hai ritenuto opportuno di offrire il tuo servizio alla Caritas?
Edoardo: Qualche giorno fa avevo letto sull’Ancora e mentre ero su facebook un annuncio postato dal parroco Don Gianni in cui si richiedeva un aiuto gratuito, in modo particolare dei giovani, da offrire alla Caritas.
Sul momento non detti molta importanza alla richiesta, ma poco dopo iniziai a riflettere e capii che probabilmente questo servizio mi avrebbe potuto arricchire in fatto di esperienza di vita. Ad una mia prima indecisione iniziale, fece seguito un altro invito rivolto da un mio amico che riuscì a convincermi del tutto.
È stata una magnifica esperienza, che ho la fortuna di poter ripetere ogni lunedì.
MS: Hai mai svolto attività di volontariato prima della tua esperienza in Caritas?
Edoardo: Oltre la mia vita da studente e prima del mio servizio in Caritas, molte sono le attività di volontariato che mi tenevano e che mi tengono tutt’ora occupato.
Svolgo infatti con particolare interesse: l’attività di ministrante della mia parrocchia, sono educatore dell’ Oratorio Giovanni Paolo II, faccio ripetizioni a ragazzi che chiedono il mio aiuto e quando serve mi offro per svolgere laboratori legati agli oratori nei progetti della diocesi.
MS: Svolgere servizio alla Caritas quale esperienza ti ha dato?
Edoardo: Oltre a riscoprire ogni giorno il valore della gratuità, l’esperienza che ho vissuto in Caritas mi ha dato una grande ricchezza. Ciò mi è servito per entrare in contatto con una realtà che, il più delle volte, rimane silenziosa che è quella degli uomini e delle donne in difficoltà che vivono in uno stato di disagio sociale.
La scoperta è stata sorprendente. Mentre servivo loro il pranzo, ho trovato volti che, nonostante le numerose difficoltà, hanno ancora la voglia di sorridere e che cercano la relazione.
Con alcuni di loro ho già fatto conoscenza e di alcuni ricordo persino i nomi. Sarà una conoscenza che sarà destinata ad approfondirsi con il tempo.
MS: Come ti sentivi prima di questo servizio, ne valeva la pena?
Edoardo: Poco prima di iniziare a servire il pranzo, la mie emozioni erano un misto di paura e curiosità nello stesso momento.
La mia paura iniziale stava nella difficoltà di sapermi rapportare nella giusta maniera con queste persone, pensando che un mio gesto potesse venire mal interpretato tale scaturire una qualche brusca reazione, ma nello stesso tempo la voglia e la curiosità di mettermi in gioco erano forti.
Superata la prima ed infondata paura il servizio si è svolto nel migliore dei modi.
MS: Cosa ti senti di dire ai giovani in relazione alla tua esperienza?
Edoardo: Il consiglio che mi sento di dare ai giovani è quello di poter sperimentare con mano una esperienza simile a quella che ho vissuto io.
Il valore della gratuità e del dono sono valori che nella società di oggi, purtroppo, non sono abbastanza valorizzati.
Svolgere una attività simile, secondo me, può esserti d’aiuto per entrare in contatto con una dimensione tua personale che è più umana, ma che è anche comune a tutti e la soddisfazione di esserti reso utile in qualcosa mi ha fatto tornare a casa con il sorriso.
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