Il vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, monsignor Bresciani ha rivolto un messaggio di saluti e auguri ai partecipanti al meeting Pellegrini nel cyberspazio, che si conclude domani a Grottammare. “Appare immediatamente ovvio quanto un tema del genere stia molto a cuore alla Chiesa, anzi tocchi la ragione della stessa esistenza della Chiesa – scrive il presule -. Essa ha infatti un unico scopo, appunto quello di comunicare Dio al mondo”.
I mezzi di comunicazione moderni, prosegue Bresciani, danno la possibilità di “far superare alla parola parlata il limite dello spazio”, facendola giungere “in tempo reale in tutto il mondo”, rappresentando anche “un grande progresso nel comunicare Dio”; non è un caso, ha sottolineato il vescovo, che proprio la Chiesa sia stata “tra le prime istituzioni ad utilizzare i mezzi radiofonici per la diffusione del Vangelo”.
La rete ha indubbiamente i suoi aspetti “positivi” e “negativi”: proprio per questo “merita studiarne a fondo le possibilità che offre non solo per l’acquisizione e la diffusione in tempo reale delle notizie ma anche per comunicare una lettura cristiana delle stesse, cioè interpretarle secondo i criteri di giudizio del Vangelo”.
Al cristiano spetta dunque un “discernimento” sulle “cose nuove” del mondo, laddove “comunicare Dio” non significa solo “parlare di Dio, del Vangelo, della Chiesa” ma vuol dire soprattutto “aiutare a cogliere la significatività della sua Parola come orientamento di giudizio e di azione nell’oggi della vita dell’uomo e del mondo”.
In tal senso, il contributo della stampa cattolica potrà essere “di fondamentale aiuto per quel nuovo umanesimo che la Chiesa italiana sta cercando di mettere in luce al prossimo convegno ecclesiale di Firenze, nuovo umanesimo che in parte è già presente nelle buone pratiche delle nostre comunità cristiane”.
In conclusione, monsignor Bresciani ha espresso l’auspicio che “il confronto tra i giornalisti cattolici impegnati con la competenza propria della loro professione sia proficuo non solo nel procurare un reciproco sostegno morale nelle difficoltà della professione ma anche nell’individuazione di sempre più efficaci modalità di comunicare all’uomo di oggi la vita buona del Vangelo”.
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