Il cibo come veicolo di integrazione sociale e una mensa aperta a tutti per riqualificare il territorio di Corviale. Mentre all’Expo di Milano si discute di come nutrire il pianeta, a Roma l’associazione Calciosociale presenta il progetto di una mensa rivolta a tutte le fasce sociali, non solo ai poveri. È questa la novità più importante della “Mensa della Legalità, della Sostenibilità e Social Market”, il nuovo progetto ideato dall’associazione sportiva Calciosociale, che permetterà di distribuire oltre 100mila pasti l’anno, di cui almeno il 70 per cento gratuitamente. “L’obiettivo – ha dichiarato Massimo Vallati, presidente dell’associazione – non è solo quello di fornire pasti gratuiti, ma quello di creare un luogo di incontro dove persone con esperienze e problematiche diverse possano sedersi allo stesso tavolo e dialogare”.
Lotta agli sprechi alimentari. Il progetto, che si inquadra nel tema della lotta agli sprechi alimentari, è stato presentato all’Expo nel Padiglione Coca-Cola alla presenza dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, Rita Visini e dell’assessore alla Scuola di Roma Capitale, Paolo Masini. “Questo progetto – ha commentato l’assessore Visini – offre una risposta concreta al diritto di tutti a nutrirsi in maniera sana, ma soprattutto al diritto delle nostre comunità di vivere in un contesto di benessere autentico, che può esistere solo se si cancella il degrado e l’emarginazione”. La struttura, che sarà realizzata con le più avanzate tecniche della bioarchitettura, sarà ad impatto zero, e permetterà alle famiglie in situazioni di disagio di vivere con dignità e speranza la propria condizione. Ma la novità più importante che contraddistingue il progetto è un’altra: per la prima volta, a Roma sarà sperimentata una rete a “spreco zero”, un modo cioè di recuperare il cibo in eccesso e non più commercializzabile: quello, in pratica, vicino alla scadenza e destinato allo smaltimento. “In realtà si tratta di cibo ancora buono – ricorda il presidente Vallati – e che quindi sarà perfettamente adatto alla nostra mensa e al Social Market”.
Una periferia che si riscatta. Per meglio comprendere l’impegno e la forza dei ragazzi di Calciosociale, occorre, però, partire dal contesto cittadino in cui questa società sportiva dilettantistica (nata nel 2005) si trova ad operare. Tutto nasce nel quartiere periferico di Corviale, a ovest di Roma, un’area ad alta concentrazione di abbandono e criminalità, conficcata tra la via Portuense e il suburbio Gianicolense. Qui, da più di 30 anni, sopravvive un famoso palazzone alto nove piani dove vivono oltre 6mila persone. È il cosiddetto “Serpentone”, come lo chiamano affettuosamente i romani, un eco-mostro composto da due costruzioni costruite una di fronte all’altra che si snodano per circa un chilometro. Secondo molti, è il grattacielo orizzontale più lungo del mondo. Da quasi dieci anni, in questo angolo dimenticato della Capitale, gli uomini e le donne dell’associazione lavorano per trasformare Corviale in un posto più accogliente. Organizzano laboratori di artigianato, corsi teatrali e giochi per bambini. Ed è proprio con questo spirito che, nel 2009, è nato il nuovo “Campo dei Miracoli”, un complesso composto da due campi da calcio e una palestra destinati al quartiere. La struttura, costruita con finanziamenti pubblici e privati, rappresenta il primo esperimento di architettura sociale in una periferia romana. Ma, soprattutto, è un dono insperato che gli abitanti di Corviale si sono visti recapitare dall’associazione, uno spazio verde dove divertirsi insieme agli altri allontanandosi da pericolose tentazioni.
Molta strada da fare. Iniziative come questa, unite a un sostegno sempre più forte da parte delle istituzioni, hanno permesso a questo mega condominio-quartiere di conquistarsi una reputazione migliore, più veritiera. “Fino a poco tempo fa – confessa Vallati – chi abitava qui si vergognava ad ammetterlo e preferiva dire che risiedeva a Casetta Mattei (il quartiere adiacente a Corviale). Adesso finalmente Corviale ha riconquistato un po’ di dignità e rispetto. Ma c’è ancora molta strada da fare”. L’intensa attività sociale e culturale dell’Associazione ha fatto sì che questo modello di solidarietà fosse esportabile anche nelle periferie “difficili” di altre città italiane. Oltre a Roma, infatti, le attività del Calciosociale sono presenti anche nel quartiere di Scampia a Napoli, a Quartu S. Elena in Sardegna e a Carsoli, in Abruzzo.
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