“Dal 2008 al 2013 l’artificializzazione del territorio in Italia ha prodotto una riduzione dello stock di carbonio nel suolo di cinque milioni, il che equivale a un’emissione di Co2 in atmosfera di 18 tonnellate o all’11% di auto in più in circolazione in Italia”. Lo ha ricordato oggi pomeriggio Michele Munafò dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), al Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato, promosso da oggi a L’Aquila da Greenaccord. Nel nostro Paese “ci sono alcune zone dove l’impermeabilizzazione del suolo ha raggiunto l’80% – ha proseguito Munafò -. Anche sulla costa abbiamo consumato il 20% del suolo. In Liguria, poi, il suolo consumato sfiora il 20% nella fascia a distanza di 150 metri dai corsi d’acqua e supera il 30% nelle aree a pericolosità idraulica, mentre circa la metà del costruito in aree a pericolosità idraulica è in Emilia Romagna (100.000 ettari)”. E ancora: “Dal 2008 al 2013 abbiamo perso 1.000 chilometri quadrati, equivalente a 200mila campi di calcio”. perciò, “ogni italiano oggi dispone di 345 metri quadrati di suolo consumato, più del doppio dei 167 metri quadrati degli anni Cinquanta”. Di qui alcuni suggerimenti: “La riutilizzazione del patrimonio dismesso, definizione di limiti alle città, mitigazione di effetti negativi, recupero di suolo”.
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