“Crediamo che Gesù ci può guarire e ci può risvegliare dalla morte?”
Questa la domanda che papa Francesco ha rivolto alle decine migliaia di persone che affollavano piazza San Pietro.
Prima della preghiera dell’Angelus, il Pontefice ha spiegato che i due episodi raccontati dal Vangelo di oggi, una guarigione e una risurrezione, hanno un unico centro: la fede.
Le storie raccontate dal Vangelo parlano della risurrezione di una ragazzina di dodici anni, figlia di uno dei capi della sinagoga (Mc 5,23) e della guarigione di una donna che da dodici anni soffriva di perdite di sangue. A causa di questa malattia che, secondo la cultura del tempo, la rendeva “impura”, ella doveva evitare ogni contatto umano: poverina, era condannata ad una morte civile. Questa donna anonima, in mezzo alla folla che segue Gesù, dice tra sé: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata” (v. 28).
Tutto il Vangelo – ha sottolineato il Papa – è scritto nella luce di questa fede: Gesù è risorto, ha vinto la morte, e per questa sua vittoria anche noi risorgeremo.
Ed anche se “questa questa fede, che per i primi cristiani era sicura, può appannarsi e farsi incerta, al punto che alcuni confondono risurrezione con reincarnazione” bisogna esseri certi della risurrezione.
Secondo il Vescovo di Roma “Gesù è il Signore, Gesù ha potere sul male e sulla morte, e vuole portarci nella casa del Padre, dove regna la vita. E lì ci incontreremo tutti, tutti noi che siamo qui in piazza oggi, ci incontreremo nella casa del Padre, nella vita che Gesù ci darà”.
Il Papa ha precisato che “la Risurrezione di Cristo agisce nella storia come principio di rinnovamento e di speranza”.
Anche chi è disperato e stanco fino alla morte, “se si affida a Gesù e al suo amore può ricominciare a vivere”.
Si può sempre cominciare una nuova vita, perché cambiare vita è un modo di risorgere, di risuscitare.
“La fede – ha aggiunto il Papa – è una forza di vita, dà pienezza alla nostra umanità; e chi crede in Cristo si deve riconoscere perché promuove la vita in ogni situazione, per far sperimentare a tutti, specialmente ai più deboli, l’amore di Dio che libera e salva”.
In conclusione papa Francesco ha invocato l’intercessione della Vergine Maria, per godere del dono di una fede forte e coraggiosa, “che ci spinga ad essere diffusori di speranza e di vita tra i nostri fratelli”.