La Solennità dei santi Pietro e Paolo ci dà l’opportunità di riflettere su un’immagine che ricorre spesso nella storia dell’arte: la concordia apostolorum. Si tratta di un’immagine tanto semplice quanto profonda nel suo significato. Essa rappresenta i due apostoli Pietro e Paolo nell’atto di abbracciarsi.
Pietro, generalmente sulla sinistra, viene rappresentato come un anziano canuto con i capelli ricci e corti. Paolo invece ha la fronte stempiata e una lunga barba “a punta”. I due nimbi degli apostoli si uniscono a formare un cuore: da qui il nome “concordia” che vuol appunto dire “con un unico cuore”.
Il nuovo testamento ci prestenta i due apostoli come personaggi molto diversi fra loro, sia per il loro carattere che per la loro funzione nella primitiva comunità cristiana. Mentre Pietro aveva conosciuto di persona Gesù e aveva da lui ricevuto il primato sugli altri apostoli, Paolo è diventato discepolo dopo avere avuto una “visione” del Signore. Pietro è stato un “apostolo della prima ora” che ha conosciuto il “Gesù storico”, Paolo ha invece fatto esperienza del “Cristo della fede”.
Nel seguire Gesù non c’ è stata solo una diversità di tempi, ma anche di modi: mentre Pietro, con tutte le umane difficoltà, ha aderito senza riserve, Paolo all’inizio era un persecutore dei cristiani.
Diversa era anche la loro formazione: Pietro era un pescatore, appartenente a quello che oggi definiremmo “ceto medio” e molto probabilmente non aveva avuto una grande preparazione teologica come invece era accaduto a Paolo che apparteneva al partito dei farisei e dunque, fin da giovane, si era prodigato nello studio delle Scritture.
Diverso fu anche il loro tipo di apostolato nel seno della Chiesa: mentre Pietro aveva ricevuto da Gesù stesso l’autorità di guidare la neonata comunità cristiana, Paolo si distinse per il suo zelo missionario e per il desiderio di portare l’annuncio di Cristo morto e risorto per ogni dove.
Pietro, soprattutto in un primo momento, annunciò la buona novella ai Giudei. Paolo invece fece scoprire Cristo ai Gentili, cioè a coloro che non appartenevano al popolo eletto, ma alle “genti”. I due apostoli diventano così le icone delle due anime della chiesa primitiva l’ecclesia ex circumcisione, (proveniente dai Giudei) e l’ecclesia ex gentibus (proveniente dai pagani).
Due figure completamente diverse dunque, eppure unite dall’unico amore per Cristo, un amore che giungerà fino all’effusione del sangue: Pietro morirà crocifisso a testa in giù, non ritenendosi degno di morire come il suo maestro, Paolo, invece, godendo del privilegio concesso ai cittadini romani, verrà decapitato.
Insomma, la concordia apostolorum evoca la cattolicità dell’evento cristiano, il suo tenere insieme anche realtà molto diverse e si può dire che la concordia apostolorum si manifesta nella conciliatio oppositorum.
La coppia dei santi Pietro e Paolo sostituisce quella dei fratelli Romolo e Remo: come Romolo e Remo fondarono la Roma Pagana, i Santi Pietro e Paolo, fratelli nella fede, fortificarono e contribuirono a fondare la Roma Cristiana.
È inoltre interessante notare come questo tema iconografico sia stato ripreso molti secoli dopo per rappresentare San Domenico e San Francesco: il primo, fondatore dell’ordine dei predicatori, mosso dal desiderio di annunciare Cristo attraverso la sapienza e lo studio, l’altro, fondatore dei frati minori, ardente di carità verso gli ultimi. Due carismi diversi che vivono nell’unica chiesa come plasticamente rappresentato, ad esempio, dal Beato Angelico.