Non so bene come le altre persone vivano l’estate. A me normalmente succede che aspetto l’estate per avere un po’ di tempo libero e riuscire a fare tutto quello che non sono riuscito a fare durante l’anno. Poi l’estate arriva e quando finisce sono riuscito a fare solo una minima parte delle cose che mi ero programmato. Questo per dire che, anche se s’interrompono i ritmi regolari dell’anno, non si tratta assolutamente di un periodo vuoto, ma solo un po’ diverso.
Anche la vita delle parrocchie prende forma diverse, spesso il periodo estivo è all’insegna dell’oratorio e dei campi per i ragazzi: così è stata l’estate scorsa e così lo sarà anche la prossima. D’altra parte tutti aspettano la fine della scuola per poter mettere da parte i libri e divertirsi, stare con gli amici e magari fare qualche gioco d’acqua. Noi più grandi facciamo finta di essere più seri ma facciamo presto a tornare bambini davanti a un secchio di gavettoni. Poi è bello stare con i ragazzi, condividere con loro un po’ di tempo, starci insieme e magari scambiare due parole in più.
Però in questi mesi ci sono anche altre cose, non sempre entusiasmanti, infatti per i seminaristi le prime settimane sono quelle della sessione d’esame. Io da questo punto di vista non mi posso lamentare, infatti proprio a luglio dell’anno scorso mi sono laureato e così ho terminato il percorso di studi del seminario: i libri li aprirò ancora, però almeno un primo traguardo l’ho raggiunto.
Durante l’estate ci si sposta, ci si muove, sia perché i campi spesso sono sparpagliati in giro per l’Italia, sia perché ci si concede qualche uscita in più, sia perché si ha l’occasione di andare a visitare qualche amico che non è proprio dietro l’angolo. È sempre una bella cosa andare a visitare le persone care, anche perché si può manifestare concretamente la vicinanza, si può stare un po’ insieme.
Comunque le estati, anche se hanno tante cose in comune, sono tutte diverse, non solo perché cambiano le stagioni, ma perché cambiamo noi. Gli anni del seminario in particolare sono anni di profondo cambiamento. Sono segnati da varie tappe nel cammino, che ci fanno crescere e ci fanno vedere la vita in modo diverso. L’estate scorsa mi stavo preparando al diaconato, questa la vivrò da prete, infatti il 27 giugno sono stato ordinato sacerdote. Forse gli impegni saranno simili, forse i ragazzi non saranno così diversi, ma sicuramente io non sono più lo stesso. Non so bene cosa aspettarmi: sono ormai 7 anni che ho intrapreso il cammino che mi ha portato fin qui. Ora aspetto di vedere cosa il Signore mi metterà davanti, che sorpresa avrà preparato per me. Credo che questa sia la mia vocazione, la mia chiamata, quindi non posso che affrontare questo passo contento di regalare la mia vita e grato al Signore per tutto quello che mi ha dato e mi darà ancora.
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