MS: Oggi si è parlato di comunicare Dio, che cosa si sente di dire circa le problematiche relative alla famiglia?
Il tema era comunicare Dio, ciò significa che occorra parlare dei suoi figli e aiutarli a crescere, ma è necessario prima vivere Dio imitarlo e comunicarlo attraverso il bene tramite le relazioni. L’importante è comunicare agli altri ciò che fa crescere. Per quanto riguarda la famiglia c’è da lavorare molto, si deve affrontare il tema del matrimonio; il matrimonio è da considerare come una vocazione. Non è un fai da te, ma è un dono per un servizio. Il matrimonio non deve essere fatto di corsa e non può essere spersonalizzato, ma occorre fare come fa Dio, ovvero mettere al centro la persona.
MS: Lei ha parlato di relazione, come ci si può all’interno della famiglia, in questa società secolarizzata, relazionare?
La strada migliore è entrare in un circuito di comunità, oggi c’è bisogno di un sentimento di speranza, siamo tutti soggetti di libera uscita, occorre recuperare la dimensione della comunità, se recuperiamo questo possiamo farcela, però occorre ricominciare dalla famiglia dove c’è molta solitudine, dove c’è un invasione di notizie che devono essere decodificate, quindi c’è molto da lavorare su questo.
MS: Come lei ha già detto c’è molto da lavorare, che si sente di dire alle giovani famiglie che, che nonostante le difficoltà e gli attacchi subiti, non cedono allo scoraggiamento cercano di andare avanti e portare nuovi frutti?
Occorre suggerire qualcosa: primo dire grazie di quello che abbiamo senza lamentarsi, secondo, occorre costruire la speranza; le regole non esistono per queste questioni, se vogliamo raccontare le cose di Dio, dobbiamo essere capaci di viverlo e imitarlo.