Sempre più locali “disabled-friendly” (accessibili ai disabili) aprono i battenti in Italia. Realtà che si interfacciano con i propri clienti tramite linguaggi Lis, Braille e Lis tattile o attraverso l’atteggiamento spigliato di ragazzi con disabilità mentali. Il sorriso di una ragazza down o l’accoglienza nel linguaggio dei segni all’interno di un locale possono trasmettere un qualcosa in più durante una serata tra amici. Infatti non sempre una calda accoglienza sta in cima alle priorità del mondo della ristorazione. In Italia tanti sono i locali “disabled-friendly” tra i quali: il ristorante “La Pecora Nera” di Lucca e il bar “Altro Spazio” di Bologna.
Il “Pecora Nera” e i suoi ragazzi. Due gli ingredienti principali alla base del successo del “Pecora Nera”, il cibo tipico e l’accoglienza dei camerieri disabili. “Sono autentici e diretti, per questo la clientela si affeziona e torna a trovarci, anche se non risiede a Lucca”. Così Patrizia Mei, operatrice e Presidente della cooperativa, racconta la sua vita quotidiana al ristorante e ammette “se non fosse per loro, non avrei mai pensato di lavorare nel campo della ristorazione. Odio fare tardi”. “Il ristorante – spiega Massimiliano Paggetti, l’altro gestore del locale – è in attività dal 2007, e grazie all’Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o Relazionale) è riuscito ad aprire in pieno centro a Lucca. Ma il bello è che questa è una comunità, dove i ragazzi sono tutti soci e i loro familiari si rendono disponibili per aiutarci. Ad esempio il padre di una giovane disabile, Marianna, è falegname e ha riparato e curato alcuni interni. Inoltre l’idea del nome è nata involontariamente da Guido – continua -, uno dei nostri ragazzi che di fatto è la mascotte del gruppo. Durante un laboratorio artigianale, infatti, ha ideato il nome ‘Pecora Nera’, una casualità? È probabile, ma il nome calza a pennello”.
Guido, la mascotte del ristorante. Non si può nascondere che oltre alla simpatia dei ragazzi, si unisce anche una cucina tipica dai “Tordelli Lucchesi”, ravioli ripieni e speziati, alla salsa di zuppa e tanto altro. Il locale ha anche le sue dinamiche, c’è un foglio in carta carbone dove sbarrando le apposite caselle, i ragazzi completano gli ordini, ma “dobbiamo stare attenti a non destabilizzarli con cambiamenti repentini” spiegano i gestori. A rendere il tutto più frizzante è il gossip interno e non mancano di certo amori e grandi amicizie tra gli addetti alla sala. Ma è Guido ad essere spesso al centro dell’attenzione con il suo carattere dirompente e disinvolto. “In particolare una sera – spiega la presidente Mei – alcuni clienti spagnoli si sono fermati fino a notte fonda. Guido poi ha tenuto banco, ma con la delusione di non riuscire a comunicare con i clienti spagnoli come voleva, nonostante i continui tentativi. Non posso nascondere – continua – che per gli stranieri non è sempre semplice, perché alcuni di loro ci hanno confidato che nelle loro terre non esistono locali di questo genere, una volta qualcuno si è alzato e andato via alla vista di una delle nostre ragazze”.
“Altro Spazio” a misura di sordo-ciechi. Sorto dalle rovine di uno storico locale jazz bolognese nasce “Altro Spazio”. Un bar a misura di sordo-ciechi e gestito dagli stessi. Al centro di tutto come per il “Pecora Nera”, c’è l’esperienza dell’incontro tramite linguaggi non consueti per i normodotati. In questo caso si tratta dei linguaggi Lis, Braille e Lis tattile. Orientarsi in una realtà non quotidiana è sempre complesso, come per un esploratore nella giungla sprovvisto di bussola, ma in questo caso sono gli inservienti a fornire le giuste coordinate, consegnando all’entrata una mappa tattile sulla quale sono presenti tutte le indicazioni necessarie per accedere ai sanitari, per trovare pane e acqua, e per riconoscere le scale. In Italia le associazioni che si occupano del mondo dei sordo-ciechi contano più di 10mila persone tra non vedenti e non udenti, e il dialogo tra loro e normodotati è spesso impraticabile. Per questo nascono in Italia locali del genere, con lo scopo di incontrarsi e imparare una nuova lingua, che in questo caso non è né inglese, né russo, bensì Malossi o Lis. Il cliente una volta seduto al tavolo può ordinare la pietanza desiderata tramite tavolette braille (linguaggio tattile, formato da puntini) ed è anche possibile richiedere un menù personalizzato, allo scopo di venire incontro anche a chi è impegnato in una dieta ferrea o a chi ha particolari esigenze.
Una musica può fare… grandi cose. Ma oltre al menù alimentare, ne esiste anche uno culturale, nel quale sono previste ogni settimana mostre d’arte tattili, esperienze sensoriali, rappresentazioni teatrali, seminari e serate di poesia, oltre ad un ricco programma musicale jazz, riproponendo lo stile del locale precedente, ma con un particolare ancor più interessante: un jazzista sordo al mese. Una realtà singolare, perché stando alle affermazioni dei gestori, i musicisti sordi vengono spesso scartati e non invitati. “Pecora Nera” e “Altro Spazio” hanno in comune l’apertura e la volontà di comunicare quello che si ha dentro, facendo incontrare chi ha vite tanto diverse.