MONTEPRANDONE – Dopo aver intervistato Rita Esposito ho avuto il piacere di conoscere e intervistare Marika Coccia, che, insieme ad altri ragazzi, ha intrapreso un bellissimo progetto: “Progetto impresa”.
Leggendo l’intervista scoprirete di cosa si tratta!
Conosciamoci un po’, quanti anni hai e cosa fai nella vita?
Io 16 anni e sono studentessa. Frequento il Liceo Linguistico, studio spagnolo inglese e tedesco. Amo molto le lingue, credo che siano fondamentali per il futuro lavorativo di noi ragazzi. La conoscenza delle lingue permette di avere più chance nel mondo del lavoro.
Partiamo dalle origini del progetto, spiegami cos’è il Progetto Impresa, come quando e perché è nato..
Il progetto impresa è nato in concomitanza con l’inizio dell’anno pastorale, a settembre 2014. Il progetto è un modo alternativo e innovativo di fare catechismo. È diverso perché non si svolge, come da tradizione, con un catechista che spiega in un’aula. Nonostante la diversità di insegnamento, però, trasmette ugualmente gli stessi valori che si apprendono con il “normale” catechismo. È nato perché si ha bisogno di modo più coinvolgente per cercare di far partecipare i giovani alle attività parrocchiali. Grazie a questo insegnamento innovativo, c’è stata una grossa partecipazione da parte di noi ragazzi. Hanno aderito più di trenta ragazzi che hanno età comprese dai 16 ai 22 anni. Hanno partecipato soprattutto i ragazzi del dopo cresima, credo che questa sia una bellissima cosa perché si sa che molti giovani, ricevuta la Cresima, tendono ad abbandonare il mondo della parrocchia e molto spesso anche quello della Fede.
Il progetto è stato suddiviso in due parti. Raccontami del laboratorio di cucina. Di cosa si tratta e cosa avete fatto attraverso questo laboratorio
Il laboratorio di cucina è stato molto divertente e formativo! Noi ragazzi siamo stati divisi in due gruppi, il gruppo dei cuochi e quello dei camerieri. Tutti insieme abbiamo dovuto organizzare un aperitivo. È stato bello vedere la solidarietà che si è creata tra noi ragazzi! Dietro le quinte c’è stato molto gioco di squadra e collaborazione. Abbiamo capito veramente cosa significhi collaborare.
Raccontami la seconda parte del progetto, quella dei video. Come sono nati? Di cosa trattano? Li avete realizzati da soli o qualcuno vi ha aiutati?
Noi ragazzi abbiamo dovuto intervistare, fermandole per strada, persone di tutte le età per chiedere loro cosa significhi il termine felicità e come vivono la loro quotidianità, il loro tempo. Quindi i temi principali dei video sono il tempo e la felicità. L’attività di realizzare i video è stato molto utile e bella. Abbiamo svolto un attività che non conoscevamo affatto. Nessuno aveva mai preso in mano una cinepresa o si era messo davanti a questa, quindi abbiamo potuto sperimentare e imparare nuove cose. Noi ragazzi siamo stati coadiuvati da tecnici professionisti , però non abbiamo chiesto aiuto a nessuno. La storia è tutto frutto della nostra immaginazione e di questo siamo stati molto contenti! È bello sapersi risolvere autonomamente sfruttando le proprie abilità.
Nel vostro progetto si parla di felicità, cosa significa per te essere felice?
Essere felice significa avere la possibilità di passare il proprio tempo libero con gli amici. In particolare trascorrere il mio tempo con un’ amica, l’amica che avevo perso e che ho riscoperto grazie alla nascita di questo progetto.
Pensi che grazie al progetto qualcosa sia cambiato in te? Intendo a livello spirituale, interiore..
Si! Senza dubbio! Ci sono stati anche degli incontri di riflessione e raccoglimento. Abbiamo letto il Vangelo tutti insieme e ognuno ha meditato tra di se sulle letture. È stato molto piacevole e profondo anche questo aspetto del progetto. È bello legare la spiritualità alla vita quotidiana.
Ora che sei arrivata alla fine di questo percorso, facendo una valutazione complessiva e ulteriore rispetto a quello che mi hai già accennato, sei stata felice di aver aderito al progetto?
Si! Moltissimo! È stata un’esperienza bellissima che mi ha dato la possibilità di imparare molte cose facendomi, al tempo stesso, divertire. Mi auguro che il prossimo anno il progetto si svolga nuovamente. Grazie a questa esperienza ho legato con delle persone con cui prima non andavo d’accordo, ho riscoperto delle persone che pensavo fossero diverse. Infine ho anche imparato cose pratiche, come portare tre piatti a tavola o come organizzare al meglio il mio tempo coordinando scuola e impegni. Acquisire capacità di organizzazione è stato un bel traguardo.
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