“Un Papa che incoraggia a essere protagonisti tutti i membri di questi popoli, in particolare quelli che sono magari più poveri e che si sentono più emarginati”. È la fotografia di Francesco scattata da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, nell’intervista di bilancio del viaggio in America Latina rilasciata ieri alla Radio Vaticana. “Mi ha colpito la presenza della gente durante il viaggio e il rapporto del Papa con la gente”, spiega Lombardi: “Mi ha colpito il fatto della mobilitazione umana e spirituale dei Paesi visitati, dei popoli dei Paesi visitati e la sintonia profonda: il pastore che conosce le pecore, che sta in mezzo a esse, che ha l’odore delle pecore. Ecco, questo era Papa Francesco in questi Paesi dell’America Latina”. “È proprio questo suo rapporto con il popolo”, secondo il portavoce vaticano, “che spiega anche meglio a noi, che magari siamo di altra cultura o di altra esperienza, il modo in cui lui ne parla così intensamente anche quando si rivolge ai pastori, dicendo che devono essere vicini alla gente, che non devono essere estranei alla vita delle persone. Lo abbiamo capito e sperimentato in un modo più intenso in occasione di questo viaggio”.
Quello in America Latina, dunque, è stato un viaggio che ha contribuito a sfatare alcuni stereotipi occidentali su questo continente: “Abbiamo vissuto – conferma Lombardi – un rapporto di grande rispetto, stima, amore del Papa per questi popoli: il messaggio del Papa è stato di grande incoraggiamento da un punto di vista sia umano che spirituale ed ecclesiale, perché possano trovare insieme – in un modo solidale e attivo – la costruzione del loro futuro”. Quanto alla critica al Papa di parlare poco della “classe media”, oggetto di una domanda durante la conferenza stampa sul volo di ritorno, Lombardi ha commentato: “Il punto dell’impostazione del Papa mi pare sia fondamentale e da capire bene: se noi riconosciamo che la situazione del mondo non è ideale e che quindi ci sono veramente dei cambiamenti e dei cambiamenti importanti e urgenti da fare – sia per quanto riguarda l’impostazione dell’economia, del governo e del cammino dell’umanità, sia per quanto riguarda le conseguenze che questa impostazione ha anche sulla creazione, sull’equilibrio della creazione, sull’equilibrio dei rapporti sociali – allora dobbiamo vedere quale sia il punto di prospettiva giusto in cui ci dobbiamo mettere per capire che cosa è che non va e che effettivamente è urgente cambiare. Questo punto di prospettiva – il Papa dice e ridice – è l’attenzione ai poveri”.