“La proposta di legge dei 218 parlamentari relativa ad una normativa sull’uso della cannabis è solo l’ennesimo atto di un’offensiva che perdura da anni, volta alla liberalizzazione delle droghe.
Ma uno Stato che rende lecito un comportamento dannoso non fa il bene dei propri cittadini e di questo se ne deve assumere la responsabilità”: è il commento di Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita. “Sono noti gli effetti deleteri di questa droga, chiamata falsamente ‘leggera’ e l’espressione per ‘uso ricreativo’ è una ingenuità ipocrita che nasconde dietro le parole le drammatiche conseguenze del suo uso irresponsabile – denuncia Ricci Sindoni -. Allo stesso modo, liberalizzare tout court evoca un messaggio pericoloso: che la droga non fa male e che lo spinello, in fondo, è innocuo. Una legge non dovrebbe forse avere anche un fine educativo?”.
“Un conto è prescrivere farmaci cannabinoidi in determinate condizioni di gravi disturbi, tutt’altro è giocare in maniera volutamente ambigua con la scarsa dimestichezza dei non addetti ai lavori e contrabbandare la cannabis come panacea in grado di curare le più svariate patologie – fa notare la presidente di Scienza & Vita -. Non è inusuale, soprattutto sui social network, leggere false informazioni ed esagerazioni legate alle proprietà terapeutiche della cannabis che ne dovrebbero favorire una pronta liberalizzazione, dimenticando che persino un banale antibiotico si assume solo sotto controllo medico”. Per Ricci Sindoni, “intrecciare due livelli differenti – quello medico e quello legato all’uso indiscriminato della droga – serve solo a intorbidire la verità dei fatti avvolgendola in una sconcertante confusione”.