Ampio risalto sui media Usa al recente viaggio di Papa Francesco in Bolivia, Ecuador e Paraguay, sia dal punto di vista del messaggio spirituale sia di quello “politico”. E dopo la visita in America Latina cresce negli Stati Uniti l’attesa per l’arrivo del pontefice a Washington, New York e Filadelfia in autunno, che potrebbe mettere in primo piano temi anche diversi rispetto a quelli trattati nei Paesi sudamericani.
Riflettori puntati e reazioni Usa. Il canale Cnn, che con dirette ad hoc ha seguito il viaggio latinoamericano di Bergoglio, in un articolo del sito online ne ha tirato le somme in questi termini: “Papa Francesco fa storia in Sud America. Incontra presidenti e prigionieri, loda la pietà dei bambini e castiga i capitalisti”. Il Washington Post con un pezzo di Kevin Clark ha invece titolato: “Papa Francesco non è un marxista, ma non ha paura di sfidare il potere capitalistico mondiale”. Il New York Times con un approfondimento del corrispondente Simon Romero si è soffermato ad analizzare come le parole di Bergoglio siano state interpretate in modo talvolta opposto dai leader sudamericani su tutta una serie di questioni regionali che vanno dalle trivellazioni di petrolio in Ecuador alle aspirazioni della Bolivia di avere uno sbocco sul mare tramite un corridoio di terra conteso con il Cile. Ma sono solo alcuni degli articoli e dei tweet, delle cronache e dei commenti, che hanno raccontato le messe, gli interventi e gli incontri di Francesco con capi di Stato e di governo e con famiglie, giovani, anziani e ammalati. In particolare le televisioni si sono soffermate sui gesti del pontefice, sui sorrisi, sugli abbracci, sui contatti fisici con i fedeli che, a milioni, hanno voluto vedere da vicino il Papa “partito” proprio dall’America del Sud per sedersi sulla cattedra di Pietro.
I temi attesi. Naturalmente da molti negli Usa questo viaggio in Sud America è stato interpretato come un preludio alla visita autunnale in Nord America. Per questa ragione i discorsi e le omelie del Papa hanno avuto vasta eco anche nei dibattiti pubblici e nelle chiacchiere fra pendolari. Per Jordan Fabien, del sito Fusion, i filoni che Francesco affronterà negli States saranno almeno cinque: l’immigrazione; Cuba; nozze gay; povertà e riscaldamento globale. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno avuto migliaia di migranti-bambini non accompagnati dai genitori che hanno attraversato il confine con il Messico. Su Cuba non è un segreto che il pontefice e la diplomazia vaticana abbiano giocato un ruolo chiave per spingere Washington e l’Avana a riannodare relazioni segnate per oltre cinquant’anni dall’embargo deciso dal John F. Kennedy nel 1962. Di recente, inoltre, la Corte Suprema Usa si è espressa a favore dei matrimoni omosessuali e questo è un tema controverso tra i cattolici americani. Ci sono poi, scrive Fabien, povertà e squilibri sociali in un Paese in cui il welfare è quasi inesistente; altrettanto interessante appare il tema del rispetto dell’ambiente, argomento portante dalla nuova enciclica “Laudato si’”, letta con interesse – e qualche preoccupazione – in parecchi ambienti nordamericani. Ma altri temi sui quali Francesco potrebbe forse intervenire sono le tensioni razziali riemerse in modo prepotente negli ultimi mesi da Ferguson a New York, e la facilità con cui anche persone fragili psicologicamente possano impugnare pistole e fucili e compiere stragi.
Cattolici a stelle e strisce. Non va dimenticato come i cattolici negli Stati Uniti svolgano un ruolo enorme. Gestiscono 17.900 parrocchie, 600 ospedali, quasi 7mila scuole elementari, 260 college e università, e migliaia di altre strutture. A guidare le comunità ci sono oltre 38mila sacerdoti e 30mila ministri laici. I cattolici negli Stati Uniti sono quasi un quarto della popolazione, il 60% bianchi di origine europea (italiani, irlandesi, tedeschi, polacchi, francesi), il 31% ispanici (in gran parte messicani), il 4% neri e per la restante parte di altre etnie, tra cui spicca quella filippina. Sia pure negli Stati Uniti i cattolici siano una minoranza rispetto alla popolazione complessiva, sono la minoranza religiosa più consistente, ed essendo quasi 70 milioni hanno la quarta popolazione cattolica nel mondo, dopo Brasile, Messico e Filippine. Si può star certi che siano già in attesa di incontrare il Papa argentino.