In una lettera al presidente colombiano Juan Manuel Santos; al capo negoziatore del governo all’Avana, Humberto de la Calle; al comandante delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), Timoleonte Jiménez; e al capo negoziatore delle Farc, Luciano Marín, i leader del movimento per il dialogo inter-ecclesiale per la pace in Colombia del World Council of Churches (Wcc) chiedono un cessate-il-fuoco. I responsabili religiosi ricordano che dopo 52 anni di conflitto armato è urgente la ripresa dei colloqui di pace, soprattutto dopo gli scontri e le “vittime che si sarebbero potute evitare con un accordo per un cessate-il-fuoco bilaterale”.
Secondo i leader entrambe le parti sono chiamate a dare un contributo concreto e credibile: il Governo “dovrebbe cambiare la propria posizione nel rifiutare un accordo per un cessate-il-fuoco bilaterale”; dal canto loro le Farc “dovrebbero mantenere il cessate-il-fuoco”.
I leader religiosi riconoscono i progressi compiuti per la rimozione delle mine antiuomo, l’istituzione di una commissione d’indagine, la redazione di un rapporto storico sul conflitto armato, e si uniscono all’appello dei governi di Cuba e Norvegia, nel loro ruolo di garanti dei negoziati “per un cessate-il-fuoco e la fine delle ostilità, e affinché gli accordi finora raggiunti possano essere conservati e mantenuti”.
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