Sono 65.837 le famiglie, oltre 300mila persone, finora raggiunte dagli aiuti Caritas nel Nepal colpito dal terremoto tre mesi fa, il 25 aprile: in particolare viveri, acqua e prodotti per l’igiene, coperte e teli, materiale per l’allestimento di ripari temporanei, ma anche sostegno psicologico per 2.600 persone. Sono state 8.800 vittime, 590.000 abitazioni completamente distrutte, 285.000 danneggiate, 2,8 milioni di persone colpite. “Quello che mi ha più impressionato è la capacità di reazione delle persone. È una situazione tragica, di grande sofferenza, ma la gente non ha perso la speranza. Questo mi incoraggia molto e sono sicuro che il Nepal si rialzerà”, ha dichiarato padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal. Caritas Nepal ha prolungato fino a settembre il programma di aiuti d’urgenza, prevedendo interventi in tutti i 14 distretti più colpiti per un costo complessivo di oltre 4 milioni di euro. Nel frattempo, prosegue l’elaborazione della seconda fase dell’intervento da avviarsi nei prossimi mesi finalizzata principalmente alla ricostruzione, alla riattivazione socio-economica, al rafforzamento delle comunità e riduzione del rischio, al sostegno psico-sociale.
Caritas italiana – grazie anche alla colletta nazionale indetta dalla Cei il 17 maggio ha potuto offrire sostegno a Caritas Nepal e sta contribuendo alla realizzazione di 10 interventi di congregazioni religiose e altre organizzazioni, per un importo di oltre un milione di euro. “Caritas Nepal ha letteralmente spostato le montagne per portare aiuto ai più bisognosi”, ha detto Manindra Mall, responsabile delle operazioni di aiuto di Caritas Nepal: “I nostri operatori, soprattutto nella regione di Sindhupalchowk, una delle più colpite, hanno dovuto liberare le strade da grosse pietre e rocce per poter passare con i camion e portare aiuti alle comunità più isolate prima dell’intensificarsi delle piogge monsoniche”. “Un esempio concreto – ha sottolineato don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – della carità in azione, che supera i confini e ci aiuta a capire ancor più quanto ribadito da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’: abbiamo bisogno gli uni degli altri, abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo”.
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