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Rilanciare l’accoglienza Le prime pagine dei giornali diocesani

immigratiDi Gigliola Alfaro

“Non opporre un muro ai migranti”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, guardano con preoccupazione il crescere dell’insofferenza. “Organizzare meglio l’accoglienza – rilevano le testate Fisc – qui in Italia e in tutta l’Europa diventa possibile e, a ben vedere, persino utile”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo per il mancato riconoscimento delle unioni omosessuali, la politica, l’Europa, cronaca e vita delle diocesi.

Migranti. “La sfida dell’accoglienza”. Le riflessioni di questa settimana non nascondono le difficoltà, ma considerano l’unica via percorribile l’accoglienza. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “di fronte a questa situazione di tensione in cui c’è il rischio di una esasperazione collettiva, è necessario tenere i nervi saldi e non accogliere le provocazioni di chi ha nel ‘muro’ il suo nuovo dio. La risposta non può che essere quella di rilanciare l’accoglienza, nel quotidiano, senza grande clamore. 3-4-5-10 profughi in un paese, altrettanti in un altro centro, come raccontiamo anche in questo numero del nostro giornale e come continuiamo a registrare in altri paesi del territorio, sono esempi di ciò che si può fare prima di tutto come società civile. È questa la risposta migliore che apre la speranza di un’accoglienza possibile e che dice no ai professionisti dell’intolleranza, che non vogliamo abbiano la meglio”. Secondo Chiara Domenici, direttore della Settimana (Livorno), “questa non è altro che una sfida dei nostri tempi: siamo chiamati a dare accoglienza e a garantire legalità e sicurezza, ad aiutare e ad aiutarci, a risollevarci dalla crisi e ad aprire il cuore, a guardare l’altro non come un nemico, ma come una persona. Tocca solo a noi”. “La reazione (spontanea o meno) della gente alla sistemazione di profughi vicino alle proprie abitazioni è solo un sintomo del malessere che la questione sta provocando nel Paese. Si tratta di un problema da considerare con serietà e da affrontare con intelligenza, per non dare adito a chi tenta di soffiare sul fuoco”, suggerisce Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia). Commenta quanto è successo a Quinto di Treviso e in altre parti d’Italia Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto): “La brutta vicenda è terminata con la vittoria dei contestatori. Gli immigrati sono stati trasferiti nella vicina caserma dismessa. In realtà è stata una sconfitta per tutti. Per gli immigrati, in primo luogo, che oltre al rischiosissimo azzardo del viaggio devono subire anche questa penosa accoglienza. Ma anche per i protestatari che in questa vicenda hanno perso la loro umanità. Ma il grande perdente è lo Stato nella maldestra decisione del prefetto di trasferire i profughi in un luogo del genere, il meno adatto per attutire le difficoltà che comunque queste presenze provocano”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), fa un paragone tra l’emigrazione italiana all’estero e il flusso attuale di migranti: “Gli immigrati attuali sono diversi per religione, per cultura nella visione della vita, del matrimonio, dell’educazione dei figli, del rapporto con la donna. Sono frutto dell’emergenza, l’integrazione è frutto di un lungo cammino. Riguarda circa 5 milioni di cittadini non italiani. Di essi oltre il 13% sono giovani tra i 18 e i 35 anni. Così il 20% dei neonati, il 9% degli studenti. Con questi dati l’integrazione diventa indispensabile per un buon ordine nel Paese”. Pietro Pompei, direttore dell’Ancora (San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), scrive di “Reem Sahwil, la quattordicenne palestinese diventata nota in tutto il mondo per aver chiesto conto alla cancelliera Angela Merkel, abbandonandosi poi alle lacrime, delle politiche di accoglienza tedesche”: “Quelle lacrime hanno mortificato il mondo e non è bastata una carezza per rassicurarle. La politica non è avvezza ai grandi abbracci sinceri alla Francesco”.

Corte europea e unioni omosessuali. Fa discutere anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha reso noto la sua condanna per l’Italia in quanto non prevede nessuna forma di riconoscimento delle unioni omosessuali e ordina al legislatore italiano di provvedere al più presto a colmare questo vuoto legislativo. Vincenzo Rini, direttore dellaVita Cattolica (Cremona), avverte: “Con questa ‘condanna’ si instaura in Europa una ‘dittatura’ culturale, in virtù della quale quella che è la storia intera dell’umanità, fondata sulla famiglia nata esclusivamente dal matrimonio tra uomo e donna, viene messa da parte, surrogata da una idea di matrimonio e di famiglia che non fa parte della vera natura dell’umanità”. Stesso tema per Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti (Asti), che sottolinea: “È inutile proclamare l’autonomia legislativa dell’Italia, che ha accettato a suo tempo di iscrivere tra i diritti del cittadino europeo, con quelli all’istruzione e alla cura medica, anche il diritto all’unione riconosciuta e stabile tra persone dello stesso ‘gender’. Questo non significa tuttavia che il nostro Stato debba riconoscere queste unioni come nozze, meno che meno con diritto all’adozione di figli”. Per Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “una sentenza di questo tipo, e per il prestigio della Corte che l’ha espressa, non può che riportare al centro il dibattito su quali siano oggi i diritti umani e sul loro processo di definizione e individuazione. Di per sé nulla di nuovo: ciò che oggi è riconosciuto come un diritto pacifico, forse cento anni fa non lo era, ma come si giunge a questo risultato? Vale sempre? Lo sarà anche per questa materia? Chi lo decide? Una Corte, il sentire comune, la legge naturale? Che la società dei diritti evolva sempre verso il meglio non è scontato né assicurato dal fatto che se crescono i diritti allora la società è migliore (soprattutto se invece la riflessione sui doveri resta bloccata). Il ruolo della Chiesa in ogni caso in questa partita non sarà mai di secondo piano, nel bene e nel male”. Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova(Trieste), fa notare: “La discussione sulle convivenze tra persone dello stesso sesso ha fatto dimenticare che per la Chiesa anche la convivenza di fatto tra persone di sesso diverso non può essere riconosciuta dal potere politico per legge e quindi convalidata con una sorta di battesimo civile. La coppia, anche eterosessuale, pensa di essere una coppia ma non lo è in quanto non si assume in pubblico nessun obbligo quanto alla generazione e all’educazione dei figli. Le società hanno sempre chiamato matrimonio questa assunzione pubblica di responsabilità”.

Politica. Spazio anche a vicende che riguardano la politica. Giuseppe Vecchio, direttore della Voce dell’Jonio(Acireale), s’interroga sulla vicenda che vede protagonista il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta: “L’operato di Crocetta, depurato da questa bruttissima vicenda e dalle strumentalizzazioni politiche di parte, va analizzato e giudicato sul piano squisitamente politico-amministrativo per rispondere alla domanda: la sua esperienza alla guida della Regione deve proseguire o va interrotta?”. Giovanni Barbieri, vice direttore del Corriere Apuano(Massa Carrara-Pontremoli), rileva: “Il Partito democratico è in stato di assedio. In particolare è Renzi ad esserlo, accerchiato dalle varie opposizioni, con temi caldissimi sul tappeto come il caso Crocetta in Sicilia, il caso Marino a Roma, le problematiche legate all’immigrazione e alla gestione dei profughi dalle regioni in guerra o da Paesi attanagliati dalla fame. In più è quasi sistematicamente contestato dalla minoranza Pd”. In merito alla “rivoluzione fiscale” annunciata da Matteo Renzi, Martino Cervo, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), osserva: “Se levare la Tasi non dovesse far diminuire il residuo fiscale, sarebbe solo un problema di nome, non certo di fisco più leggero”.Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), ricorda l’“ondata di protesta” contro la “proposta di legge presentata dall’ex radicale Benedetto Della Vedova, senatore e sottosegretario agli esteri, sostenuta da 218 parlamentari militanti sia nello schieramento di maggioranza come in quello di minoranza” che prevede la vendita della “cannabis” nei negozi con licenza per i monopoli di Stato. Dato che “la povertà non va in vacanza”, Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), fa un appello ai cittadini… e ai politici: “Non è fuori luogo chiedere a chiunque abbia la fortuna di poter vivere una pur minima vacanza, di staccare una piccola percentuale di quanto si prevede di spendere, per destinarla a chi la vacanza può solo sognarla”.

Europa. Riflette sull’Europa Carlo Cammoranesi, direttore dell’Azione (Fabriano-Matelica): “Se l’Europa si vergogna di ciò che è stata, delle radici che la sostengono e dell’identità cristiana che ancora la plasma, non avrà futuro, in questa incapacità di ritrovare un sistema valoriale di riferimento che vada oltre l’impostazione ideologica”.Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino), sul caso greco e l’Europa riflette: “Il sistema di ricucire le pezze non risolve non rafforza la democrazia e finisce per compiacersi di sé coltivando germi che non promettono nulla di buono. Se non si rigenera agli antichi valori fondativi e non si apre con intelligenza al nuovo che preme rischia essa stessa di correre verso un sicuro fallimento. È giunto il momento che da matrigna diventi madre?”.

Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. Una riflessione a partire dalla “morte del sedicenne di Città di Castello a causa della droga fornitagli da un amico” è offerta da Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria): “Un giovane, buono, bravo, intelligente, a un certo momento decide di entrare in una storia nuova e inedita, di aprirsi un varco nella routine dell’ordinaria vita di giovane perbene. Perché no? Oggi lo stato di confusione della nostra società, l’incertezza delle regole e la carenza di senso di responsabilità si specchia nel fatto che le cose anche più evidenti si possono cambiare”; allora, “la confusione esteriore facilmente si introduce nella mente dei giovani e produce danni”. Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), parlando di alcuni luoghi significativi della città di Bertinoro, la colonna dell’ospitalità e la Rocca, sottolinea: “La storia è capace di farsi beffe dei luoghi e di trasformarne segno e orientamento. Spetta agli uomini volerlo”. A proposito della 51ª stagione lirica del Macerata Opera Festival,Francesca Cipolloni, direttore di Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia), osserva: “L’opera, anche quest’anno, c’è. Messa in scena da un lavoro di qualità, nonostante i tempi di crisi. Intessuta dalla rete di una squadra che non smette di cercare l’equilibrio tra l’usuale e il nuovo”. Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), parla dei “programmi delle feste che punteggiano la nostra estate, in ogni angolo del territorio anche quello più sperduto. Dentro ci stanno tradizioni, folklore, devozioni assortite (o anche sono sfiorate), voglia di stare insieme, desiderio di aggregazione, esigenza di staccare la spina concedendosi una pausa, ritrovando amici che tornano, dialogando nel sottofondo musicale, ballando anche un po’ e soprattutto mangiando a più non posso”. Anche la Vita Casalese (Casale Monferrato) ricorda “un’estate all’insegna delle feste patronali in Monferrato”. La Valsusa (Susa) si occupa invece del Tgv (treno ad alta velocità) con a bordo 300 passeggeri sui binari tra Chiomonte e Meana, che è restato bloccato lunedì scorso: “I magistrati torinesi potrebbero contestare il reato di ‘pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento’, ipotizzando che il guasto possa essere stato effettuato da un lancio di pietre”. Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), chiede a Fassino di andare a Roma per “richiedere il ripristino del Tribunale” di Pinerolo.

Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. Il Popolo (Tortona) riprende le parole del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, sulla famiglia: “Abbiamo una grande necessità di far vedere la bellezza della famiglia: la nostra vera forza è rimanere ancorati alla realtà con la consapevolezza che la realtà è superiore all’idea: e la realtà è la famiglia”. Sulle pagine della Voce del Popolo (Torino), l’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, parla della “necessità e obbligo di prendersi un tempo di vacanza, che sia vero riposo ma che anche venga esso pure ‘santificato’ con le azioni” valide “per la domenica”. Edoardo Tincani, direttore della Libertà (Reggio Emilia-Guastalla), scrive a proposito dei giovani che partono per la missione: “Una delle motivazioni che spinge decine di giovani a partire dalla nostra diocesi per un periodo d’impegno in luoghi di missione è proprio il desiderio di condividere. Inteso, qui, come fare un pezzo di strada insieme; mettere in gioco se stessi al servizio di una cultura e di una Chiesa differenti e altrettanto ricche di umanità; incontrare altri popoli e riflettere, nel confronto, sul personale cammino di fede e sugli stili di vita; rendersi utili con il dono del tempo e dell’amicizia”. “Ogni incontro con la bellezza è un incontro con Dio, una strada spalancata verso di Lui. La natura è la veste festosa di Dio, più precisamente la manifestazione della potenza del Padre, del pensiero (del Logos) del Figlio, dell’amore e della bellezza dello Spirito Santo”, osserva Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia). “Dalle vacanze si può ripartire per rinnovare lo sguardo al creato, che non è fatto per il ‘mordi e fuggi’, per ritrovare la capacità di accogliere e di ascoltare, per individuare le possibilità di aiuto a chi è nella necessità, per camminare insieme”, suggerisce Alessandro Caramagna, direttore della Vita Alessandrina (Alessandria). Durante i campi estivi i giovani “mettono da parte il caldo della città, la stanchezza di un anno di scuola, il calendario di impegni che ritma le giornate e ci si ferma. ‘Si stacca’ con la solita routine. Serve riposo, relax, e gioco. Ma in realtà ci si ferma per partire e camminare. Non è una ‘sospensione’ dalla vita, ma un momento per entrarci dentro in modo ancor più forte”, sottolinea Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano). Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova), ricorda la bella notizia per la Chiesa mantovana della nomina di monsignor Claudio Cipolla a vescovo di Padova: “Siamo sicuri che porterà con frutto alla Chiesa padovana la sua esperienza di uomo, cristiano e sacerdote”. Nel “vastissimo e complesso contesto della comunicazione di massa si capisce immediatamente come possa occupare un ruolo di fondamentale importanza il settimanale diocesano, libero luogo di incontro e di dibattito di una intera comunità”, sottolinea Salvatore Coccia, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri). Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), ricorda che, malgrado la crisi, nei primi sei mesi del 2015 il settimanale è stato “una delle poche testate locali ad aver aumentato il numero delle copie vendute”.