Quanto alla lettura di libri religiosi, la diminuzione delle vendite è evidente sebbene le encicliche siano ancora dei successi editoriali: “Il calo della lettura non è compensato dai libri elettronici o da altri canali digitali. È una perdita di sensibilità che dovrebbe preoccupare. Non ci sono più alcune abitudini consolidate.
Una volta – ricorda don Costa – quando un sacerdote incontrava un giovane che voleva farsi guidare, la prima cosa che faceva era suggerire la lettura di un libro. Un testo classico era ‘L’arte di essere capo’ di Gaston Courtois, che abituava i giovani cattolici a crescere con senso di responsabilità e servizio verso gli altri. Un ragazzo arrivava così alla fine dell’adolescenza con un bagaglio culturale di letture proposte o ricercate. Oggi questo non accade più e con che cosa è stato sostituito? È un grande interrogativo che dovrebbe preoccupare chi si occupa di pastorale”. Infine la lettura da parte dei religiosi, anche questa in calo soprattutto tra gli uomini. Da qui la proposta di un buono lettura “di cui potrebbe farsi carico la comunità, se riconosce nel servizio dei sacerdoti un’opera importante e vuole incoraggiare l’aggiornamento professionale. Si potrebbe esercitare così una sorta di carità intellettuale”.