“Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”: è questo il tema dell’edizione numero 36 del Meeting per l’amicizia fra i popoli che si svolgerà a Rimini dal 20 al 26 agosto. Una provocazione che arriva da un verso del poeta Mario Luzi, che spiega al Sir Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, “sfida la vita di ciascuno di noi, ci permette di conoscere di più se stessi e il mondo”. Come tradizione, anche questo Meeting avrà un programma denso di eventi (consultabile sul sito www.meetingrimini.org) e una serie di presenze tra cui spiccano personalità politiche come il primo ministro Matteo Renzi, religiose come i cardinali Jean-Louis Tauran, Giuseppe Betori e George Pell, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, l’imam della moschea di Villeurbanne, Azzedine Gaci, il gran rabbino di Francia, Haim Korsia. Con loro anche testimoni della tragedia dei martiri cristiani in Siria e Iraq, il parroco di Erbil, padre Douglas Bazi, monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo dei caldei e presidente di Caritas Siria. Tanti i temi in discussione: salute, libertà, fanatismo religioso, Grecia, Chiesa, disabilità, finanza, lavoro, bioetica, economia… Ricco anche il programma di eventi sportivi e culturali nel quale spiccano le mostre “Abramo. La nascita dell’io” e “Opus florentinum. Piazza del Duomo a Firenze tra fede, storia e arte”, che sarà riproposta in autunno al Convegno ecclesiale nazionale che si terrà nel capoluogo toscano.
Presidente Guarnieri, il tema di quest’anno suona come una forte provocazione. Perché questa scelta e che obiettivo vi ponete?
“Perché si vuole riproporre la questione dell’uomo in un tempo in cui è evidente che ciò di cui c’è bisogno è proprio un’identità umana, un ‘io’ forte capace di stare di fronte alla storia e ai drammi di oggi. E lo facciamo ponendo l’accento sulla mancanza. Mancanza che non è da eliminare ma da custodire poiché è essa che spinge l’uomo verso il bisogno dell’infinitamente grande portandolo a cercare uomini diversi da lui con cui dialogare, da accogliere e non semplicemente tollerare o peggio respingere”.
E qual è l’obiettivo?
“Far parlare uomini che non hanno abbandonato il proprio percorso di ricerca, la ricerca di sé, che riconoscano che c’è una strada ancora da percorrere, che esiste una speranza, che si può camminare e costruire insieme. Ascolteremo testimonianze che dimostrano come la mancanza sia stimolo per intraprendere un cammino di ricerca. La mancanza provocando i singoli provoca anche il mondo. E il mondo ha bisogno di ritrovare il senso di questa mancanza. Ritrovarlo vuole dire scoprire anche il senso dei propri limiti e della propria finitezza. Affermare che l’uomo è limite non significa diminuirne la dignità ma fargli riconoscere la sua vera natura”.
Guardando al programma e agli ospiti anche quest’anno non mancheranno i politici, parlamentari e ministri. Molto atteso il premier Renzi. Il Meeting sarà ancora una volta, nel mezzo dell’estate italiana, un luogo privilegiato di dibattito politico…
“Il premier ha manifestato il desiderio di essere presente e ne siamo contenti. Il tema che affronterà, ‘L’Italia e la sfida del mondo’, sarà un’occasione per ritrovare la positività, i valori e il peso della nostra cultura di fronte alle attuali sfide internazionali. Vorrei sottolineare che tutti i nostri ospiti provengono da esperienze culturali diverse – penso, per esempio, anche a Fausto Bertinotti e Luciano Violante. Al Meeting accade un incontro, un avvenimento di novità tra persone che vogliono ritrovarsi su una provocazione, quella della mancanza”.
Cl arriva al Meeting segnata da vicende giudiziarie romane che vedono coinvolti alcuni esponenti della cooperativa “La cascina” che fanno parte del Movimento…
“Il movimento è desideroso – lo abbiamo visto all’udienza con Papa Francesco, il 7 marzo scorso – di seguire la strada che porta a Cristo, segnata dall’appartenenza a Cristo, che don Giussani ci ha insegnato, accompagnati da don Juliàn Carròn, presidente della Fraternità di Cl, e sulla quale papa Francesco ci ha fortemente riprovocato. Non è un voler riposizionarsi né un arretramento. Siamo un’esperienza di fede che abbiamo incontrato e di cui siamo grati. Siamo un movimento in cammino. Siamo sulla strada e, per questo, saremo anche in piazza il 3 ottobre per pregare per la famiglia nella veglia con Papa Francesco”.
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