“Arcipelago Beuys”, un libro sulla biografia e le opere di Joseph Beuys, nato a Krefeld il 12 maggio 1921 e morto a Dusseldorf il 23 gennaio 1986, artista, pittore e scultore tedesco del dopoguerra.
Scritto da Luca Parmegiani, docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole Secondarie di primo e secondo grado, sambenedettese, si occupa di arte e filosofia, ci illustra la figura di questo artista , che non tutti conoscono. Il volume, di 153 pagg. è spunto per affrontare la crisi del mondo contemporaneo, già tratteggiata da Beuys e la crisi dell’Arte, il rapporto uomo-natura, riflettendo sull’esperienza del poeta Arthur Rimbaud, che negli ultimi anni, sceglie di abbandonare la cultura e società “civile”e rifugiarsi in Africa come per “rigenerare” una antropologia nuova. “Beuys vale nel mondo tanto quanto Duchamp” afferma l’autore. Joseph Beuys, da giovane affronta la Guerra e ne resta deluso, ferito quasi mortalmente e curato da una tribù tartara, secondo antiche tecniche di medicina tradizionale , ne resta segnato per sempre e quasi “rigenerato” o “iniziato”, tanto che molti critici gli attribuiranno l’appellativo di “sciamano dell’arte”. Sempre la Guerra gli provoca una crisi depressiva fortissima, il cui culmine sfocerà negli anni ’50 e che supererà grazie al fratello e agli amici, riscoprendo la campagna e la natura. La depressione e la riflessione sull’ uomo si tramuta in un profondo e tragico non-sense della vita e dell’esistenza umana, a cui egli cercherà delle soluzioni nella “difesa della natura”. Di formazione cattolica, Beuys aderisce in un secondo tempo alla “antroposofia” di Rudolf Steiner . Nel 1961 ottiene la cattedra di scultura monumentale alla Kunstakademie di Düsseldorf. Partecipa al gruppo “Fluxus” , per ricreare il senso dell’arte in rapporto alla sua fruizione sociale. Appassionato del senso del “lavoro” fin da bambino, dell’uomo e delle “azioni”, realizza sculture-opere istallazioni ( Plastica Sociale) per scuotere l’opinione pubblica in tal senso. Visita l’Italia, in particolar modo Napoli e Foggia , giungendo nel 1972 a Bolognano in Abruzzo (Pescara) su invito dei coniugi Lucrezia De Domizio e Buby Durini, conti, mecenati appassionati della sua arte. In tali luoghi italiani manifesta la sua passione parallela all’agricoltura, la creazione della Piantagione Paradise con la messa a dimora di 7000 piante per il ripristino della biodiversità (1982), l’opera Olivestone (1984) . Sempre nell’84 diventa cittadino onorario di Bolognano. Nel 1980, conosce l’artista Aberto Burri a Perugia (Umbria). In occasione dell’incontro-confronto Beuys realizza le “ Lavagne” ; Negli USA conosce Andy Warhol. Beuys, amante dell’ecologia, idea performance tese alla piantagione di querce e alberi, ma soprattutto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti della natura intesa come parte dell’uomo, inserita nel macrocosmo e nel microcosmo. Ma Beuys è anche interessato a riflessioni filosofiche, conosce i classici della cultura tedesca come Nietzsche, Heidegger, Junger. e dell’arte italiana ed europea. “Appare dunque – sottolinea il Prof. Parmegiani – la riflessione sul nulla, come un termine di confronto costante per l’uomo a prescindere dal secolo nel quale si sia trovato a vivere…L’unica soluzione che possiamo timidamente prospettarci è quella di un’arte che non ha più ragione di chiamarsi in questo modo o in qualsiasi altro ..a noi soli il compito di spingerci oltre l’oasi offertaci dall’artista tedesco per riprendere e speriamo completare, il viaggio nel deserto”. Il libro, edizioni “Mef Firenze Atheneum” è rintracciabile nelle librerie o su internet.