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Papa Francesco “Ministranti, siete fortunati… Sempre così vicini a Gesù nell’Eucarestia”

Di Salvatore Cernuzio

Dopo la pausa di luglio, la voce di Papa Francesco torna a risuonare in piazza San Pietro. L’occasione è la grande udienza con circa 9mila Ministranti, provenienti da Austria, Germania, Francia, Portogallo, Svizzera, Ungheria, Serbia e Italia, partecipanti al Pellegrinaggio internazionale in corso a Roma fino al 6 agosto sul motto “Eccomi, manda me!”.

Accolto da musica e canti in diverse lingue, Bergoglio recita con loro i Vespri e si complimenta per la vasta presenza, “che ha sfidato il sole romano d’agosto”. Poi, ricordando il pellegrinaggio nei luoghi di martirio di Pietro e Paolo, rileva quanto sia “significativo vedere che la prossimità e familiarità con Gesù Eucaristia nel servire all’altare, diventa anche l’occasione per aprirsi agli altri, per camminare insieme, per scegliere mete impegnative e trovare le forze per raggiungerle”.

“È fonte di autentica gioia riconoscersi piccoli e deboli ma sapere che, con l’aiuto di Gesù, possiamo essere rivestiti di forza e intraprendere un grande viaggio nella vita in sua compagnia”, sottolinea poi il Pontefice. Proprio questa è la verità che scopre il profeta Isaia, e cioè che Dio “purifica le sue intenzioni, perdona i suoi peccati, risana il suo cuore e lo rende idoneo” a “portare al popolo la parola di Dio”.

Tutta la vita del profeta Isaia viene completamente trasformata dal Signore, nelle cui mani lui si pone con fiducia, tanto da essere capace di rispondere alla chiamata divina e dire: “Eccomi, manda me”. Ma oggi – evidenzia il Santo Padre – tutti i Ministranti devono ritenersi più “fortunati” del profeta Isaia, perché – afferma – “nell’Eucaristia e negli altri sacramenti sperimentate l’intima vicinanza di Gesù, la dolcezza ed efficacia della sua presenza”.

“Non incontrate Gesù posto su un irraggiungibile trono alto ed elevato, ma nel pane e nel vino eucaristici, e la sua Parola non fa vibrare gli stipiti delle porte ma le corde del cuore – aggiunge il Papa -. Come Isaia anche ciascuno di voi scopre che Dio, pur facendosi in Gesù vicino e chinandosi con amore verso di voi, rimane sempre immensamente più grande ed oltre le nostre capacità di comprenderne l’intima essenza”.

“L’iniziativa è sempre di Dio”, rimarca il Pontefice, “è Lui a fare la prima mossa”. E “se non opponiamo resistenza alla sua azione, Egli toccherà le nostre labbra con la fiamma del suo amore misericordioso, come fece con il profeta Isaia e questo ci renderà idonei ad accoglierlo e a portarlo ai nostri fratelli”.

L’invito è dunque a “non rimanere chiusi in noi stessi, custodendo la nostra fede in un deposito sotterraneo nel quale ritirarci nei momenti difficili”, ma “condividere la gioia di riconoscersi scelti e salvati dalla misericordia di Dio”. Come pure la testimonianza “che la fede è capace di dare nuova direzione ai nostri passi, che essa ci rende liberi e forti per essere disponibili e idonei alla missione”.

“Com’è bello scoprire che la fede ci fa uscire da noi stessi, dal nostro isolamento e, proprio perché ricolmi della gioia di essere amici di Cristo Signore, ci fa muovere verso gli altri, rendendoci naturalmente missionari! Ministranti missionari: è così che vi vuole Gesù…”, esclama il Santo Padre.

Conclude quindi ricordando ai ministranti che “quanto più sarete vicini all’altare, più vi ricorderete di dialogare con Gesù nella preghiera quotidiana, più vi ciberete della Parola e del Corpo del Signore e maggiormente sarete in grado di andare verso il prossimo portandogli in dono ciò che avete ricevuto, donando a vostra volta con entusiasmo la gioia che vi è stata donata”.

Un servizio, questo, che è “una palestra di educazione alla fede e alla carità verso il prossimo”.

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