“Creare futuro”, soprattutto per coloro che la società vorrebbe ai margini. È questa la filosofia che sta alla base di HAbitaTerra, un’associazione senza fini di lucro, fondata a Sabaudia, nella diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno da persone che hanno scelto di donare parte della propria quotidianità agli altri. In questi giorni l’associazione promuove un campo di volontariato che vede protagonisti alcuni minori stranieri non accompagnati al fianco dei disabili inseriti abitualmente nelle attività di HAbitaTerra. “Siamo veramente soddisfatti per il lavoro portato avanti con il progetto HAbitaTerra – ci dice il vescovo, monsignor Mariano Crociata -. È un esempio di che cosa intendiamo per umanesimo concreto: l’attenzione alle persone che ci sono vicine e che per tante cause si trovano in oggettive difficoltà. Un umanesimo vissuto e portato avanti spostando da noi il centro della vita per far ruotare tutto intorno a Gesù Cristo e ai fratelli. Accogliendo ‘l’altro’ accogliamo Cristo stesso”. Per questi motivi, sottolinea il presule, “la diocesi pontina ha voluto condividere questo progetto con il resto della comunità ecclesiale italiana al prossimo Convegno nazionale di Firenze. Il lavoro portato avanti qui percorre le vie verso un’umanità rinnovata: uscire verso gli altri, abitare il loro mondo, annunciare con il servizio il Vangelo, educare alla carità. Un aspetto da evidenziare è come HAbitaTerra sia un esempio di operosità pensata e portata avanti dai laici, seppur in collegamento con il tessuto ecclesiale diocesano”.
Aprire le porte. Ad accoglierci ad HAbitaTerra è una suora sorridente: Laura Cenci delle Suore Apostoline. La sua comunità sta a Castel Gandolfo, ma in questi giorni di vacanza sta dando una mano alla famiglia. Il padre, Silvano, è il presidente di HAbitaTerra. L’associazione nasce, infatti, da un sogno: fare del bene. E dall’incontro tra la famiglia Cenci e un gruppo di persone, formate nell’Azione cattolica diocesana. Tutti hanno un solo obiettivo: “Creare futuro”, come spiega suor Laura. I suoi bisnonni si sono stabiliti nell’agro pontino dopo la bonifica. La famiglia ha sette ettari di terra; fiorente è stato l’allevamento delle mucche, con una produzione di cinque quintali di latte al giorno. Ma la storia prende un’altra piega. Suor Laura ha un fratello maggiore, Livio, nato nel 1968, che ha difficoltà a gestirsi da solo. “I miei genitori si sono domandati se vendere tutto o aprire le porte agli altri. Da buoni cristiani hanno preferito questa seconda scelta”. Qui interviene il vecchio gruppo di Ac di suor Laura. Parlando del sogno della sua famiglia a Marco Franchin, ora vicepresidente di HAbitaTerra, e ad altri amici, si decide di dar vita all’associazione. “HAbitaTerra si è costituita ufficialmente nel 2012 – racconta Franchin -, ma già dal 2011 operava informalmente sul territorio grazie alla presenza di volontari sensibili alle problematiche relative all’integrazione sociale e all’inserimento lavorativo di disabili in agricoltura”. “HAbitaTerra – precisa Agnese Zappone del direttivo dell’associazione e volontaria – nasce nel cuore e dal cuore dell’Azione cattolica diocesana, anche se non è una sua emanazione diretta”.
Sostegno concreto. Le attività fino ad oggi portate avanti sono state realizzate grazie al sostegno e al contributo delle istituzioni locali (Comune di Sabaudia, Regione Lazio), della Banca di credito cooperativo, del Mlac e del Progetto Policoro. “Adesso è stata costruita anche una serra – racconta Franchin – e abbiamo vinto con la parrocchia Santissima Annunziata di Sabaudia un bando della Regione Lazio per l’inclusione sociale di disabili in agricoltura. Coltiviamo ortaggi, che poi distribuiamo a un supermercato vicino all’azienda agricola, alle famiglie che fanno parte della rete e alla mensa della Caritas diocesana di Latina”. Attualmente vanno al podere sette persone seguite da HAbitaTerra: Enrico di 21 anni è inserito in “Garanzia Giovani”. A loro si aggiungono le quattro (a breve saranno sette) seguite da Latina Formazione, con cui HAbitaTerra ha iniziato a collaborare. “Noi organizziamo corsi di formazione al lavoro in agricoltura sociale rivolti a persone con svantaggio sociale, fisico, psichico – spiega Fabio Tufo, formatore e psicologo di Latina Formazione -. Per ognuno dei ragazzi studiamo un progetto individualizzato, che valorizza le potenzialità nascoste”.
La forza della condivisione. In questi giorni è presente al podere Cenci un gruppo di minori stranieri non accompagnati della comunità di accoglienza “Le colonne d’Ercole” di Subiaco. Si tratta, dice Simone Sperandio, coordinatore e assistente sociale della comunità, “di dieci ragazzi: cinque provengono dall’Egitto, due dal Gambia, due dall’Albania e uno è italiano (inserito su decreto del Tribunale). Il campo di volontariato risponde all’idea di offrire una vacanza e, al tempo stesso, un momento di formazione nel settore agricolo. Soprattutto ai nove stranieri, ospitati in comunità dal gennaio scorso, si vuole offrire attraverso l’agricoltura anche un’opportunità di radicamento alla terra”. Già nella comunità è stato realizzato un orto ed è imminente l’apertura a Subiaco di un’impresa agricola, grazie alla vincita di un bando. La vacanza ha anche un obiettivo di “socializzazione e integrazione”. Tra i disabili e i minori in questi giorni, afferma la psicologa Sara Ceglie, che collabora con HAbitaTerra, “funziona non tanto la comunicazione verbale, quanto quella dei gesti e della condivisione”. Al campo partecipano anche alcuni studenti delle scuole superiori pontine che hanno aderito al progetto “Dono, dunque sono” della Caritas diocesana.
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