Il periodo di vacanze si sta concludendo per tutti, e si riparte con i ritmi dell’autunno, quelli della quotidianità, del lavoro e quelli delle criticità del lavoro, che in verità non vanno in vacanza. E l’autunno finisce con essere sempre annunciato a pieni titoli come “un autunno caldo”, caldo di tensioni e novità. Ma noi vorremmo che il nostro autunno fosse caldo, perché come il mare abbiamo accumulato il calore e lo restituiremo strada facendo fino alla primavera e alla prossima estate. Il calore della vita rigenerata: nel tempo del riposo, dagli incontri fatti, dal tempo dedicato alla formazione, dalla progettualità condivisa, dalla formazione e discernimento dei campi associativi. Pronti quindi, a partire dal campo RiformiAmo il Lavoro, svoltosi a Campo di Giove, nella penultima settimana di agosto, ad iniziare il cammino annuale dell’Azione Cattolica come Movimento Lavoratori immersi nella vita delle persone. Attenti a “essere una strada per incontrare Gesù nel mondo del lavoro, una strada da fare insieme, la sfida più ardua è lavorare insieme, la cosa più difficile ma se ci crediamo possiamo farcela.” ha concluso al campo nazionale MLAC la Segretaria Simona Loperte “Il lavoro è preghiera e il servizio che fa il Mlac deve essere un servizio gradito a Dio.” Un servizio che chiede consapevolezza e competenza, per una cultura del lavoro, che papa Francesco definisce “sacro”, a cui educare e formare. Un impegno per il Mlac, sintetizzato dalla rilettura dell’acronimo da parte di don Mimi Fazioli, “Mentre Lavoriamo Amiamo Cristo”.
E tante sono le sfide che il presente lancia e che devono essere raccolte, nell’azione, nella prossimità con chi le vive e favorendo il dialogo: è stata questa la sollecitazione di mons. Santoro, vescovo di Taranto e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace,al movimento.
Il percorso formativo del campo si è snodato nell’educare alla laboriosità, attraverso innanzitutto i fondamenti del Magistero Sociale, con l’impegno di approfondire e conoscere la Dottrina Sociale della Chiesa perché sia vissuta e attualizzata nella realtà lavorativa dell’oggi. Un presente dove il modello del lavoro è stato sostituito da quello dei lavori, e la sfida è quella di una visione dinamica per vivere questo cambiamento cogliendo le possibilità di un lavoro generativo capace di allinearsi alla Dottrina Sociale. Drezzadore, consulente del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, ha dato tre aspetti a questo lavoro in trasformazione: autonomia e intelligenza, nel cogliere il processo lavorativo e collaborativo della produzione, e rischio, di tutte le parti.
La sfida da raccogliere è quella della riforma del lavoro, il Jobs Act, presentato al campo attraverso un approccio analitico e una visione dinamica, con il professor Faioli, docente di Diritto del lavoro a Tor Vergata, con il quale ci si è confrontati per individuare come Mlac uno spazio: quello ad esempio di formazione e informazione e di mediazione culturale. La riforma è stata letta di fronte alla realtà a cui cerca di rispondere con una visione d’insieme degli aspetti del mercato del lavoro. Il confronto con la realtà è emerso poi nella tavola rotonda con una pluralità di esperienze: dall’impresa alla politica, dal sindacato alla formazione. La scelta etica di due imprenditrici abruzzesi di mettere al centro la persona, di condividere valori e rispettare il territorio con Maria Assunta Rossi, della Conselp un’impresa di ristorazione e Ornella Seca, che fa parte dell’Aipec, che si ispira all’economia di comunione, con la sua agenzia assicurativa. Ma anche la realtà del sindacato, che sia “in uscita” capace di essere davvero intergenerazionale secondo Bentivogli (segretario nazionale Fim Cisl) e della formazione professionale, così frammentaria nel nostro paese, da valorizzare e promuovere. Una sfida perché per Padre Antonio Lucente, Direttore Nazionale dell’Ente di Formazione ENGIM, ogni giovane lavoratore vale più dell’oro di tutto il mondo.
Presentato poi il bando del Concorso di idee “Frutto del Lavoro”, uno strumento per promuovere la Progettazione Sociale, arrivato alla decima edizione. Un’occasione offerta per sperimentare la progettualità, per dare forma alle idee, ed educare alla laboriosità, inventando nuove rotte per migliorare il mondo e essere operatori di giustizia e pace.
Insomma, rigenerati anche nello Spirito, di calore da rimandare in questo anno associativo come Mlac ce n’è molto.