Di Sara De Simplicio
SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Martedì 1° settembre, a Sant’Egidio alla Vibrata, come ogni anno si ricorda la festività di Sant’Egidio Abate, patrono del paese e santo protettore degli afflitti.
Secondo alcuni autori, Egidio nacque ad Atene, forse nel VI secolo, da genitori nobili. Alla morte di questi, divenne famoso per le donazioni generose e per alcuni miracoli: si racconta, infatti, che avesse guarito un mendicante ammalato donandogli il suo mantello e ottenuto la guarigione per un uomo morso da un serpente velenoso. Dopo aver abbandonato la patria e la fama, si stabilì prima presso il vescovo di Arles, in Provenza e poi, dopo due anni trascorsi in compagnia di San Cesario, essendo desideroso di vivere in solitudine, si fermò in una caverna di un bosco impervio dedicandosi alla contemplazione. Si narra che il suo unico nutrimento provenisse dal latte di una cerva e che, colpito per errore dalle frecce di alcuni cacciatori, avesse poi rifiutato il loro soccorso per associarsi più vivamente alla passione di Cristo. Divulgatosi il fatto, il re Flavio lo volle conoscere per offrirgli una ricompensa: Egidio chiese così che venisse costruito su quel luogo un monastero di cui il Santo divenne poi abate. Negli ultimi anni della sua vita Egidio visitò il sepolcro degli Apostoli a Roma e il Papa gli donò le porte per il suo monastero; Egidio le pose nelle acque del Tevere e quelle arrivarono a destinazione prima ancora che vi giungesse lui stesso. Dopo la sua morte, avvenuta proprio il 1° settembre, il culto di Sant’Egidio si diffuse rapidamente, oltre che in Francia e in Italia, in quasi in tutta l’Europa e a lui furono consacrati altari e dedicate varie chiese.
E a Sant’Egidio alla Vibrata, proprio in onore del santo patrono del paese, è stata celebrata martedì sera una Santa Messa, seguita poi da una processione per le vie principali del paese.
La celebrazione si è svolta presso l’antica chiesa di Sant’Egidio Abate, in piazza “vecchia”, alle ore 20:30 ed è stata celebrata da Don Federico Pompei, recentemente nominato amministratore della parrocchia. Al suo fianco anche Don Tommaso, attuale parroco di Sant’Egidio alla Vibrata, Don Florindo e Padre Francesco Cialini. Prima della benedizione finale, Don Federico ha ricordato come la figura del Santo debba essere presa come esempio: la vita di un fedele non deve essere scandita solo da preghiere e funzioni religiose ma alimentata anche e soprattutto con “opere buone, mosse dall’amore verso gli altri”. Don Federico ha inoltre invitato i fedeli ad essere particolarmente vicini a Don Tommaso in questo momento di “passaggio”, ricordando il suo importante e prezioso servizio reso in tutti questi anni e rivolto sempre al bene della comunità parrocchiale. E’ seguito, così, un caloroso e prolungato applauso. A conclusione della serata, poi, la processione per le vie del paese con il simulacro di S. Egidio Abate, a cui hanno partecipato, tra canti e preghiere, moltissimi fedeli, alcune autorità civili e militari e il Corpo Bandistico di Ancarano.