Di Floriana Palestini
FORCE – Giornata di festa quella di domenica 20 settembre a Force: l’allegra comunità ha accolto con gioia l’ingresso del nuovo parroco don Luca Rammella, che lascia l’incarico di vice parroco alla parrocchia Santa Maria della Marina per insediarsi a qualche chilometro dalla costa.
Alla celebrazione, presieduta dal vescovo Carlo e concelebrata da numerosi sacerdoti, era presente anche il sindaco di Force dott. Augusto Curti, il quale ha salutato il neo parroco con parole di stima e affetto: «Lei, don Luca, essendo così giovane, ha già in sé un’intensa carica umana, capace di creare dialogo e cooperazione e siamo sicuri che ciò non verrà mia meno. Da parte nostra, ci impegniamo a migliorare la nostra comunità, affinché l’accordo e il rispetto reciproco possano essere i fondamentali valori del vivere comune. È un percorso lungo che va affrontato con i giovani, la nostra speranza, e con i bambini, che non hanno bisogno di contentini ma di servizi educativi e continuativi. Da parte mia, non mancheranno risposte alle sue richieste: la sua presenza e la sua attenzione con la nostra collaborazione daranno di certo buoni risultati. Lei ed io, caro don Luca, siamo rappresentanti di istituzioni che hanno ciascuno, nel proprio ruolo, uno scopo: essere attenti alla popolazione. Il rispetto del parroco dovrà essere fondamentale.»
Durante l’omelia, (che pubblicheremo in seguito in versione integrale con altre foto), il vescovo Carlo Bresciani ha proposto una riflessione sul brano di vangelo appena letto (Mc 9, 30-37), collegandosi al ruolo di parroco che si apprestava a conferire a don Luca: «Gesù è venuto a parlarci dell’amore di Dio.
Un parroco viene per portarvi esattamente questo, non possiamo aspettarci che egli ci porti il successo nel mondo. Se lo facciamo, siamo come i discepoli che non hanno capito Gesù. Un parroco è chiamato a un servizio in questa comunità e io ve lo affido volentieri. Affido a lui il servizio della luce della parola di Dio e chi vive con questa parola di Dio cerca di raggiungere tutti. È vero che il parroco nella comunità ha il suo servizio, ma è anche vero che la comunità vive del servizio di tutti e della collaborazione di tutti. Quello che Gesù qui dice lo dice a tuti nella comunità, perché se tutti nella comunità collaborano secondo le proprie capacità, abbiamo davvero la comunità cristiana; abbiamo davvero un parroco che può annunciare il vangelo perché gode della collaborazione di tutti i fedeli e tanti altri servizi che nella comunità sono necessari. Voi fedeli siete chiamati a collaborare con il parroco, per costruire insieme quella comunità che è la comunità di Gesù.»
Grandi erano la commozione e l’entusiasmo nell’aria, sentimenti che si sono sciolti in numerosi applausi sul finire della celebrazione. «Ieri ho dato uno sguardo alla comunità di Force, scoprendo essere composta da 1379 persone – ha confessato don Luca ad una assemblea zittita dalla sua presenza -. Stanotte ho pensato a tutte queste persone che mi vengono affidate: ho pensato alla mia vita, a tutto ciò che ho fatto. Al lavoro nella ditta di famiglia, al cammino fatto con gli scout con lo zaino sulle spalle, alle parrocchie che mi hanno accolto e custodito, ai giovani che ho incontrato. Tutto questo è stato per me una lunga preparazione per questo momento, che è l’opera principale che il Signore ha sempre pensato di affidarmi. Egli mi ha messo qui in questo momento e mi ha preparato in tanti mondi, con tante persone che hanno pregato, digiunato, sofferto, consigliato in tantissimi modi. Pensavo anche a che cosa posso offrire a questa parrocchia: nonostante tutta questa preparazione non ho così tanto da dare e quindi la cosa migliore è quella di affidarmi completamente a Lui, che mi ha coperto di doni in tantissimi modi, mi ha dato slancio in tante occasioni in cui ero caduto.»
Al termine della celebrazione, dopo le foto di rito, un delizioso rinfresco attendeva i fedeli all’uscita, nello spiazzo antistante la chiesa di San Francesco. La comunità di Force ha fatto sentire fin da subito il calore e la gioia per questo nuovo fratello che arriva, spalancando le porte della canonica, sfoderando le chitarre nei canti della S. Messa e offrendo i dolci più squisiti.
Alla festa poi non sono mancati tanti ex parrocchiani di San Benedetto e Grottammare, persone speciali con cui il giovane sacerdote ha condiviso un pezzo di strada durante tutti questi anni. Una strada che ha piegato ora verso l’interno, ma che mai si allontana dal sentiero tra il cuore del sacerdote e quello degli amici lontani.