Papa Francesco vince sul Super Bowl per 25 a 16. Sì, perché la visita negli Stati Uniti, le tre tappe di Washington, New York e Philadelphia, sono state davvero un successo mediatico. E le società di telecomunicazioni si sono preparate mesi prima per l’arrivo del Papa. L’obiettivo era di rendere le loro reti di trasmissione pronte per l’evento in termini di velocità e di capacità ricettiva dei segnali, per permettere agli utenti di “postare” selfie, foto e video. Così la sola società At&t ha speso per l’occasione qualcosa come 25 milioni di dollari, cifra superiore ai 16 milioni investiti per la partita clou del campionato americano di baseball, l’evento più seguito negli Stati Uniti, appunto il Super Bowl. Un’altra società, la Verizon, avrebbe speso ben 24 milioni di dollari. La forza mediatica di Papa Francesco non ha rivali. E così nei giorni americani del viaggio del Papa, si è visto anche un impegno straordinario delle tv, non soltanto nelle riprese degli eventi, nella scelta di seguirlo in tutti gli spostamenti, ma anche nella copertura di dirette e speciali dedicati a colui che “Time magazine” ha definito l’uomo dell’anno, il Papa dei selfie.
Così i media Usa hanno raccontato il viaggio e le storie legate agli appuntamenti papali. Come la piccola Sofi Cruz, una bambina di cinque anni che ha abbracciato durante il suo passaggio al National Mall di Washington.
Sofi ha consegnato una lettera al Papa nella quale gli chiede di intervenire per aiutare i suoi genitori che sono immigrati irregolari messicani in California. Teme ogni giorno che la sua mamma e il suo papà vengano portati via dalla polizia. Nella lettera Sofi chiede che il Papa possa fare qualcosa, parlare al presidente americano e al Congresso.