Gli psicologi di tutto il mondo hanno cominciato a studiare più attentamente e più profondamente l’effetto dell’uso (o dell’abuso) dei “social media”, soprattutto nelle fasce più giovani. Dopo la tragica fine di Andrea Natali, il ragazzo di Vercelli vittima di “cyberbullismo” su Facebook che si è tolto la vita a soli 26 anni, può quindi essere utile sapere cosa abbiano scoperto le ricerche internazionali più recenti sul fenomeno. “Sappiamo che nessuno potrà restituirci nostro figlio – dicono i genitori di Andrea – ma vogliamo capire cosa è veramente accaduto”.
Peggiora la qualità del sonno. Secondo Heather Cleland Woods dell’Università di Glasgow, in Scozia, l’uso compulsivo dei social influisce negativamente sulla qualità del sonno degli adolescenti. La pressione che spinge i ragazzi ad essere disponibili online 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana, insieme all’impoverimento della qualità del sonno, può provocare l’aumento dei rischi connessi ad ansia e depressione. Lo scorso 11 settembre a Manchester, una documentata ricerca su questo tema è stata presentata durante l’annuale conferenza della British Psychological Society. Heather Cleland Woods insieme con Holly Scott della stessa Università di Glasgow, hanno intervistato 467 adolescenti di un’ età compresa fra gli 11 e i 17 anni. Hanno quindi compiuto alcuni test per misurare “la qualità del sonno, l’autostima, l’ansia e eventuali sintomi di depressione”. Hanno infine indagato “se e in quale misura i ragazzi sentivano la pressione di essere disponibili sui social media per tutto il tempo”. I risultati sono stati prevedibili ma non per questo sono meno sconcertanti. L’uso così intenso di smartphone e tablet ha una diretta correlazione con l’impoverimento della qualità del sonno, con una bassa autostima e con il conseguente aumento dei sintomi più comuni legati alle patologie dell’ansia e della depressione.
Rischio schizofrenia e depressione. La ricerca dei professori di Glasgow non è la prima del genere. Ad esempio, un altro studio presentato al convegno dell’American Psychological Association nel 2011 aveva individuato un legame tra l’uso dei social media negli adolescenti e i disturbi non solo sintomatici della schizofrenia e della depressione. Secondo un articolo pubblicato quest’anno sulla rivista “CyberPsychology, Behavior, e Social Networking”, l’uso frequente dei social media negli anni dell’adolescenza può addirittura provocare un aumento del rischio di problemi di salute mentale.
Cyberbullismo in agguato. Un recentissimo studio che sarà presentato solo fra qualche giorno, ma di cui sono state già pubblicate alcune anticipazioni, afferma inoltre che un largo numero di “amici” su Fecebook aumenta il rischio di azioni imprevedibili e di fenomeni a rischio come il cyberbullismo. Secondo i ricercatori della Nottingham Trent University, che hanno svolto questa indagine, sono pochissimi gli utenti di Facebook che utilizzano gli strumenti della privacy per circoscrivere ai “veri amici” il proprio network di condivisione in rete. E’ come voler conservare un segreto dopo averlo “nascosto”, si fa per dire, in una scatola aperta appoggiata al centro di una piazza affollata di gente di tutti i tipi. Cleland Woods dell’università di Glasgow, lo scorso 11 settembre a Manchester, ha ricordato che “l’adolescenza è un periodo particolarmente vulnerabile per l’insorgere e lo sviluppo di problemi a lungo termine. E’ essenziale – ha affermato – che si comprenda come l’uso dei social possa interferire con la qualità del sonno e con il rischio di depressione”. Cleland Woods ha anche suggerito una prima soluzione: le famiglie potrebbero cominciare ad usare una nuova procedura domestica, che ha definito un “tramonto digitale”, per ridurre al minimo i potenziali effetti negativi dell’uso dei social media sul sonno e sulla sensazione di benessere: “Basterebbe spegnere smartphone e tablet, interrompere il controllo delle e-mail e dei propri account sui social media, e concedersi il tempo di finire la giornata. Il sonno è importante. Teniamo il telefono fuori dalla camera da letto”.
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